Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 3 giugno 2009

Sbadigli (abissi?) carsici!

2 giugno, Festa della Repubblica, ma anche giornata di pratica al corso di alpinismo. E anche giornata da istruttore al suddetto corso.
Perciò al richiamo della sveglia salto giù dal letto bello pimpante!
Ma già durante il rituale della colazione qualche sbadiglio s'insinua furtivo tra le sorsate di latte e l'immolarsi sacrificale dei biscotti secchi nella tazzona. Sarà uno strascico della primavera...
Arrivo sbadigliando in piazza Giardini tra i sorrisetti degli Orsetti. Ridono. Con che faccia da cuscino poi! E si che sono le otto, mica cosa!
Le previsioni del sabato sera davano pioggia e oggi c'è un sole che spacca le pietre! Ottimo! Destinazione? Carnia?
No! Doberdò del Lago!
... Scugni? Pare di si!
Come Garibaldi obbediamo e partiamo verso la Venezia Giulia. Cappuccino a Redipuglia e ultimo strappo verso il lago di Doberdò.
Lungo la strada, di fronte a dove inizia il sentiero per la falesia non ci sono auto. Bene! Siamo soli. Invece due vecchie conoscenze le troviamo. ma due di numero. Iniziamo la lezione, e il caldo inizia a farsi sentire, inizia la rincorsa dell'ombra e del fresco.
E continuano gli sbadigli.
Mi rendo conto di essere una cosa indecente. Eppure ho dormito le mie otto ore!
Continuo con professionalità la lezione, disseminandola di assennati (assonnati?) sbadigli, sperando che i corsisti non se ne abbiano a male.
Per fortuna le ore passano veloci, allietate da Sior Moreno "Simpatia" Todaro, direttore della scuola Val Montanaia (il "Sadico" Sergio docet!)
Con sollievo vedo arrivare le 16 sull'orologio... manca poco! Ormai è fatta!
Oggi non era prprio giornata: tutt'al più una siesta modello messicano sarebbe stato il massimo impegno a cui dedicarsi!
Dopo il breve briefing tra istruttori di fine giornata si punta verso il centro di Doberdò per una birretta. Dopo esserci dissetati con il frutto del luppolo arriva il rompete le righe!
Come?
Di già?
Una misera birretta senza una visita ad una osmitza?
No! Non si può non insegnare queste cose basilari per un alpinista/arrampicatore!
Dal centro del paese dirigiamo verso un villetta che se non fosse per una frasca appesa alla recinzione non direbbe più di tanto al viaggiatore, ma appena varcato il portone, la discesa verso lo scantinato rivela un microcosmo interessante.
La Mula arriva a prendere l'ordinazione e veniamo risucchiati in un vortice di salumi e nero (no rosso, nero! ...va giù meglio!).
Avviso un paio di volte del rientro Nadia, posticipandolo di qualche mezz'ora di volta in volta. L'allegria ci pervade tra racconti di gesta alpinistiche e altre amenità finche un acquazzone ci invita a entrare per chiedere il conto.
E una grappa al metanolo!
Il rientro verso le terre di mezzo è tranquillo. E il pensiero va all'adagio che recita "è inutile fare il sesto in parete, se non sai bere un bicchiere in compagnia"
Questa domenica è andata cosi. La prossima penseremo al sesto. In parete.

3 commenti:

Carlo de Ts ha detto...

aaa csyo... la primavera... a giugno è quasi finita. le cose se do, o hai bisogno di emozioni più forti.. o devi dormire la sera!!

Antonella ha detto...

mi piace la filosofia spicciola dell'alpinista!!

Lorenzo ha detto...

Mi sa che sbadigliavi anche quando hai scritto il post :-)