Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 1 settembre 2009

Catinaccio d'Antermoia

Dopo aver visitato il giardino di Laurino ammantato di bianco nell'autunno scorso, torno in Catinaccio sul finire di agosto. Non c'è la neve, non c'è Nadia, rimasta a casa con i bambini. Ci sono gli amici di SuiMonti e gli amici del Cai, poichè è la gita che organizzo per il calendario escursionistico della Sezione.
Alla partenza il tempo non è dei migliori, e lasciamo Codroipo sotto un cielo plumbeo.
Arriviamo a Vigo di Fassa con un cielo che fa filtrare il sole è ci rassicura sulla giornata.
Saliamo all funivia nella luce multicolor delle scale mobili... ma ci porteranno fino al Vajolet? eh no!! Altrimenti come ci divertiamo??

Velocemente arriviamo a Cjampedie e, organizzati i due gruppi, ci salutiamo dandoci appuntamento al rifugio Vajolet per cena.

Il programma evolve man mano che andiamo avanti, anche in base al meteo che inizia a fare le bizze! Rinunciamo al giro per il rifugio Roda de Vael e imbocchiamo il sentier che sale al Sofion Pass, per passare sotto le Pale Rabbiose e salire al Passo delle Coronelle per raggiungere le Torri del Vajolet dal Passo Santner.

Il cielo si fa sempre più grigio, e i pensieri si adeguano al colore. Inizio a temere che oggi i cambi di programma non sono di certo finiti. Arriviamo al Sofion Pass e la vista sulla Val de Vajolet apre la porta a plumbei pensieri.



Il tempo di arrivare al bivio per il passo delle Coronelle che la decisione è presa: le nuvole che si sfilacciano dalle cime verso il fondovalle non lasciano molto spazio all'ottimismo. Rinunciamo al giro per il passo Santner e raggiungiamo direttamente il rifugio Vajolet.

Le torri si fanno desiderare tra velature sensuali, ma non ci facciamo tentare, Lasciamo ad altri la salita e preferiamo brindare al sole dell'indomani. Sistemate le nostre cose in rifugio ci lasciamo cullare dalle brume e dal caldo legno del rifugio Preuss, per una birretta in compagnia a parlare del più e del meno.
I nostri compagni d'avventura si attardano alle torri del Vajolet per aspettare uno squarcio di sole che le illumini, lasciandoci in pensiero per un pò, "ma do là sono las?". Poi finalmente ci raggiungono per cena.
Quando usciamo per amdare a nanna una luna fugace ci saluta da sopra le lanterne del Preuss, quasi ad augurarci una buona giornata per l'indomani...

Il risveglio non sembra volerci portare buone nuove. Vento leggero e nuvole grigie su roccia grigia.

Iniziamo a salire verso il passo Principe in silenzio, e alle nostre spalle il sole inizia a seguirci di soppiatto. Uno scherzo o un bel regalo?

Arrivati al rifugio Passo Principe la giornata prende la piega giusta e le nuvole prendono il ruolo di comparse che gli spettano. Iniziamo i preparativi per la salita in fretta, nel vento freddo e tagliente del mattino.

Risaliamo il ghiaione alla base dell'attacco della via ferrata in silenzio. Ma dura poco. Dopo qualche metro Paolo e Adriano, supportati da Daniele, iniziano ad intonare villotte friulane e la combriccola sale allegra per le cengie attrezzate che ci porteranno in cima al Catinaccio d'Antermoia.
La salita è un tira-e-molla per aspettare la coda della comitiva. All'inizio mi impongo di sopportare, visto il ruolo di capogita, ma dopo un pò l'abito inizia ad andarmi stretto. Vedo il tempo scorrere veloce e i metri scorrere lenti sotto i nostri scarponi. Mi sa che si dovrà cambiare programma in corsa anche oggi, nonostante la bella giornata.

Due ore abbondanti per trecento metri di via ferrata elementare. Non si può!! Mi viene il latte alle ginocchia ancora un pò! per fortuna la vista della cima mi distoglie e mi regala la sottile soddisfazione della conquista di un nuovo orrizzonte.

In cima siamo baciati dal sole e... dal freddo! Ma il panorama ci scalda presto il cuore sotto il cielo blu. C'è solo da sceglier dove volgere lo sguardo per emozionarsi e riconoscere montagne amiche e montagne desiderate.

Iniziamo la discesa verso il vallone di Antermoia, lungo la ferrata est. Anche in discesa i ritardi del gruppo si sommano, e ben prima di arrivare alla fine della ferrata so che dovremo rinunciare al ritorno per la Val de Lusea ed il passo delle Scalette.
Alla fine rinunciamo e proseguiamo verso il passo d'Antermoia, per ridiscendere al passo Principe e proseguire per la strada dell'andata.
Dietro di noi il vallone d'Antermoia con i suoi colori, davanti.. una birretta al rifugio! Magra consolazione, ma comunque piacevole!!

Dopo una pausa consolatrice, per alcuni, iniziamo la discesa verso malga Ciampedie, percorrendo a ritroso i passi del mattino. Il verde del vallone risalta nel caldo tiepido del pomeriggio, i sentieri pullulano di escursionisti più o meno chiassosi. Non è certo il silenzio di cielo e pietra che ci aspettava lungo il sentiero per il passo delle Scalette, ma è comunque uno spettacolo degno di essere vissuto e ammirato.

Le torri del Vajolet ci salutano, silenziose e assolate, mentre percorriamo la carrareccia che conduce a Gardeccia. I pensieri si rincorrono nella testa, volano leggeri. Risalgono verso il Catinaccio, per ridiscendere verso il lago d'Antermoia, passare vicino al rifugio e risalire verso il Pass de Lausa, gli ambienti lunari e le solitarie pietraie che conducono alle Scalette. Sarà per un altra volta.

8 commenti:

montagne sottosopra ha detto...

Mi sembra di aver già visto qualche posto simile! però i dirupi del Larsech ....questi sconosciuti.

Sole e nuvole, speranze e rinuncie. Duro il mestiere di capogita eh?

mandi

Giovanni ha detto...

bello!

Luca l'Alpinauta ha detto...

un par di balle il mestiere di capogita, altro che! Meglio i miei orsi, più selvatici ma almeno tirano!!! ah ah ah

Carlo de Ts ha detto...

cayo ma quanto nervoso ti è venuto eh? hi hi hi
dai su, la prossima volta porta la frusta!

Piero ha detto...

suvvia, basta godersi questi spettacoli no? certo che qualcuno, anche tra i miei amici, non si pone il problema che con la sua andatura rallenta tutto e fa saltare i programmi senza far una piega o pensare che magari dovrebbe abbassare il tiro su obbiettivi più alla sua portata.

Antonrlla ha detto...

bellissimo, anche con il brutto tempo. prima o poi cio andrò pure io

Frivoloamilano ha detto...

Insomma quest'anno tra Catinaccio, Torri del Vaiolet e Sofion Pass...e altro, abbiamo girato più o meno gli stessi posti; ma rivederli attraverso le parole e gli occhi di altri permette di ripercorerli con nuove emozioni e scoperte.
Certo che stì Dirupi di Larsech sono diventati il chiodo fisso di molti.

ciao

andrea loi ha detto...

Su coraggio, che per due giorni di tempo incerto avete fatto comunque un bel giro!!!!
E poi.... porta pazienza.... questo è niente rispetto a quello che ti spetta con la nuova pfofessione di neo-papi, hi, hi, hi....!!!!!
Mandi a ducju