Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 20 settembre 2009

Pallottole e stelle alpine

"Siamo proprio due pigne nel culo!"
Quoto l'espressione più colorita di Ilaria mentre entrambe osserviamo la paretina di quattro metri bagnata che non riusciamo a passare. Dove sono gli appigli "tanto grandi da entrarci con i gomiti" di cui mi parlava ieri Luca? Il solito esagerato!!! Certo se ci fosse qui lui ci farebbe entrambe salire...a suon di frustate!!
Ma si sa, l'accoppiata Nadia-Ilaria non è certo sinonimo di sicurezza....tutt'altro!!! Messe assieme l'insicurezza regna sovrana in queste situazioni!!!
Alziamo lo sguardo verso l'unica cima non coperta dai nuvoloni: la nostra meta, la Cima Mogenza Piccola ci osserva sorniona a meno di mezz'ora di distanza!
Guardo Ilaria e sorridiamo con rassegnazione: il pensiero va a tutte le nostre incompiute! "Se riusciamo a salire ce la facciamo poi a ridiscendere per il rientro? mmh, non credo proprio!" L'alternativa è scendere a Sella Nevea e tornare all'auto facendo autostop....ma passerà qualcuno? Cinque-sei chilometri d'asfalto non sono il massimo dopo tutto quel giro! E se ci avvolgono i nuvoloni come la mettiamo? Il meteo reggerà? Gia il meteo... non era quello che speravamo ieri...

Sabato mattina il ritrovo è alle 7:30 a Gemona: la nostra meta odierna è la Cima Mogenza Piccola. Scambio di calorosi abbracci e via con l'auto nuova di Ilaria che mangia silenziosa i chilometri fino in Val Raccolana.
Grossi nuvoloni avvolgono le cime mentre attraversiamo Sella Nevea e ci dirigiamo verso Cave del Predil. Mmmh...si alzeranno? Speriamo bene va!



Arriviamo al parcheggio a lato del ponte sul Canale della Trincea e un timido sole si affaccia tra la densa e umida foschia. Alle nove siamo in marcia, attraversando prima il greto del rio del Lago e percorrendo poi con numerose svolte il sentiero che entrando nel bosco risale il canale Jama. L'erba alta e bagnata dalle recenti piogge ci inzuppa i pantaloni e la fronte si fa madida di sudore man mano che saliamo. Le mie gambe invece fanno il loro dovere e mantengono il vecchio ritmo e i vecchi tempi, tanto che, nonostante l'affanno per le nostre chiacchiere, raggiungiamo presto le bagnate e luccicanti pareti della Mogenza Piccola. I nuvoloni sono ancora padroni delle cime che ci circondano ma la nostra meta ne sembra immune.

Con bellissimi scorci sul verde Lago del Predil e il gruppo del Riobianco attraversiamo una zona carsica gradinata e con numerosi voragini dal fondo ancora innevato raggiungendo una zona con trincee, postazioni e gallerie.





In breve guadagniamo la sella Jama a quota 1780mt e la visuale si apre sulla cresta di confine. Seguiamo i segnavia biancorossi che ci guidano tra le numerose voragini che si aprono nella roccia carsica verso un camino verticale che in alto presenta una scalinata nella roccia: che bella!




Meno bello invece è il tratto che dobbiamo risalire per raggiungerla! I nostri scarponi sono viscidi a causa del terreno umido alla base del camino e la roccia è bagnata.

Ilaria prova a salire ma gli appigli non danno sicurezza: si ferma incerta dopo poco e guardandomi mi dice: "tu ce la fai ? perchè qua c'è da buttarsi un po' in fuori e se riuscissi a salire non so se ce la farei a ridiscendere!" Faccio un tentativo ma la paura di scivolare mi blocca: se con la nascita del primo figlio avevo partorito la "prudenza", con la nascita di Gabriele l'ho aggiornata di brutto! Rivolgo ad Ilaria un imbarazzato sorriso e lei, colta da altrettanta insicurezza, piano piano mi raggiunge di nuovo.


"Proprio due belle pigne!"
Facciamo dietrofront promettendo alla "signora Mogenza Piccola" che ripasseremo a farle visita, la prossima volta però dal versante opposto!

Ritorniamo alla sella e risaliamo il crinale fortificato dall'altro lato: si potrebbe salire sulla Mogenza Grande. Purtroppo la labile traccia sprovvista di segnavia, sparisce subito dopo tra mughi e inghiottitoi e lasciamo perdere anche questa idea. Sedute sotto un sole che va e che viene, pranziamo tra mughi e stelle alpine.




Curiosando tra i resti delle fortificazioni che ci circondano osservo con cura: e chi sa cosa cerca, trova! Un pensiero va al caro "cugjno" Manuel, appassionato di "farcadicce" e ai suoi insegnamenti mentre rinvengo le prime pallottole e quei rotondi sassolini grigi che altro non sono che i letali pallini di piombo contenuti nelle bombe "schrapnel"! Stelle alpine e pallottole: il bello e il terribile di questi monti!


Le nuvole si diradano mentre scendiamo di nuovo verso l'auto e quando la raggiungiamo il sole splende beffardo: evidentemente oggi la Mogenza non ci voleva, ma come le abbiamo promesso, ritorneremo a farle visita!

6 commenti:

Annarita ha detto...

bel giretto. e avete fatto bene a far le pigne! Meglio tornare con l'asciutto!

andrea loi ha detto...

Brave, la prudenza non è mai troppa e poi...il Mont non scappa mica? Bellissima la formula col Flash back usata per il racconto Nadia...ero curioso di capire se alla fine avevete dato contro all' insicurezza o la dovuta prudenza aveva giustamente avuto la meglio.
Mandi a ducju

Piero ha detto...

si, mi associo al Loi per i complimenti tecnici, piacevole lettura. e ragazze coscenziose!

Carlo de Ts ha detto...

ben mule, sempre attive! e se c'era l'alpinauta vi sparava su come pallottole!! eh eh, portatevi dietro la foto la prossima volta cosi avete lo sprone psicologico! hi hi

Michele ha detto...

posto sconosciuto ma interessante per lo stato di conservazione delle opere belliche

Unknown ha detto...

..bella quella scaletta nella roccia..., ma anche la vostra prudenza. Posto da visitare.

un saluto