Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 5 luglio 2011

Nel giardino del Vallaccia

A volte capita che cercando sul web informazioni su di un monte, ne esca un'altro con nome simile. Così è successo per il Sass da le Doudesh, nel gruppo del Vallaccia, che gia avevo notato tempo fa, per poi tralasciarlo per visitare il vicino gruppo del Catinaccio.
Sapendo che Ilaria e Silvia sono libere, organizziamo in fretta e alle cinque di sabato mattina siamo in viaggio per Pozza di Fassa. Arriviamo con largo anticipo sui miei programmi, nonostante la "tappa pasticceria" ad Agordo, e alle 8:45 siamo in cammino lungo la Valle dei Monzoni dove presso la Baita Monzoni imbocchiamo il sentiero 635. 




Attraversiamo lungamente un bosco e poi tra rocce, grossi massi e una placca attrezzata arriviamo al piccolo bivacco Zeni, racchiuso all'ombra di un anfiteatro di grige pareti verticali. Il posto è davvero suggestivo e la giornata di oggi offre limpidi scorci su Catinaccio, Roda de Vael, Sasso Lungo e Sassopiatto. Un sentiero sale ripido attraverso un ghiaione alla forcella Vallaccia e poi al rifugio ma noi abbiamo altro nei nostri piani.




Spostandoci verso l'attacco della ferrata poco sopra il bivacco, ci ritroviamo al sole: indossati imbrago e caschetto attacchiamo la ferrata F.Gadotti che alternando tratti attrezzati a sentiero ci porta a una sella da dove possiamo ammirare la prima cima che andremo a toccare oggi. 








Scendiamo e risaliamo il pendio opposto e dopo ancora un tratto di sentiero siamo finalmente in vetta al Sass da le Doudesch. Il panorama da qui è grandioso: il Latemar, la Roda de Vael, il Catinaccio con le Torri del Vajolet ben visibili, il Gruppo del Sella, la Marmolada e lontano il Civetta risplendono in questa giornata fresca e soleggiata!






Mangiamo in fretta qualcosa e dopo un bel autoscatto ci rimettiamo in marcia: davanti a noi ora c'è il Sass Aut, la nostra seconda meta, che raggiungiamo dopo un'altro tratto attrezzato e la cui cima è tappezzata da un ampio prato verde! 





Ora ci aspetta il tratto più impegnativo, ovvero la discesa in un ripido canale all'inizio terroso e poi sporco di detriti instabili che con l'aiuto di un cavo e dei gradini in legno ci porta a scendere dentro un camino.


Arriviamo così sopra il grosso masso che nasconde il tratto di sentiero chiamato "Bus del Diaol", ma non lo sappiamo e dopo un attimo di smarrimento scopriamo lo stretto e spettacolare passaggio che attraverso una cavità ci porta a calare sotto di esso con l'aiuto di alcune staffe e pioli.



Gia il nome è inquietante e trovarsi con un simile soffitto sopra la testa mette parecchia soggezione! 


Ancora un tratto dissestato in discesa e risaliamo ad una piccola forcella da dove possiamo ammirare per intero l'intaglio da dove siamo scese!


Un gruppetto di cecoslovacchi ci segue e ci sorpassa alla successiva forcella Baranchie ma li ritroviamo poco dopo in cima alla Punta Vallaccia, la cima più alta del gruppo, che ci accoglie con la sua croce di legno e ci offre un altro grandioso panorama! 





Il cielo si è un po' rannuvolato ma sprazzi di sole si fanno spazio tra le nuvole creando giochi di chiaro scuro sulle vicine cime Monzoni e davanti a noi, sul percorso che faremo domani.


Sono le sedici e trenta passate quando raggiungiamo la forcella de la Costela da dove possiamo vedere il rifugio Vallaccia dove pernotteremo. Una telefonata alla gestrice per sapere a che ora è la cena e scopriamo di avere ancora un paio di ore a disposizione: il Sass da le Undesh è li che ci guarda e nonostante la stanchezza accumulata per i vari saliscendi non possiamo resistergli! Scendiamo per la ripida traccia che cala giu verso il rifugio, scivolando sul ghiaino tanto da rischiare qualche bel ruzzolone, e raggiunto il bivio risaliamo dal lato opposto seguendo una bella traccia che passando poco sotto la forcella Vallaccia ci porta ad attraversare verdi pendii riccamente fioriti di stelle alpine, negritelle, astri alpini, margherite, arniche e cicciuti botton d'oro! 





L'arrivo sulla solitaria e agognata vetta è il nostro premio! Il sole sta lentamente calando e dopo l'ennesimo autoscatto finalmente ci riposiamo: da questo belvedere possiamo ammirare tutto il percorso fatto oggi! 


La Madonna del fuoco guarda benigna gli abitanti della Val di Fassa dall'alto del suo piedistallo e un grazie mi sorge spontaneo mentre guardo le amiche stese sul prato, stanche ma felici. Sono le diciotto passate quando tra i fischi di una marmotta, raggiungiamo il piccolo ma bellissimo rifugio Vallaccia. 




La gestrice ci accoglie gentile al suo interno mostrandoci la nostra cameretta, tutta per noi e con la finestra sul tetto! Una bella cena a base di minestra d'orzo con wurstel, polenta, formaggio fuso, salsiccia, funghi e cervo coronano la bella giornata passata assieme! Un brindisi con l'amaro d'assenzio e andiamo dritte a nanna! Domani ci aspetta un'altra bella traversata e l'incontro al Lagusel con Luca e Gabriele!

4 commenti:

il Sindaco ha detto...

Grande Nadia,i miei Posti, le mie amate vette.

Complimenti a tutte voi, anche per le bellissime foto del Lagusel e quelle che arriveranno della Bepi Zac, fatta lo scorso anno con Selena

Ciao
Ste64

Laura ha detto...

ragazze siete veramente in gambissima!!!!!
posti bellissimi, ragazze bellissime!!

frivoloamilano ha detto...

...ecco il team di nuovo all'opera!
Bei posti che in parte conosco. Complimenti.

ciao

Nadia l'Alpingirl ha detto...

@Grazie Sindaco!sono veramente dei bellissimi posti!per la Bepi Zac ci organizzeremo!!!
@Laura:cerchiamo di tenerci in forma...anche se poi ci serve una settimana per recuperare!
@Flavio:grazie...un po' alla volta li conosciamo anche noi...e sono proprio belli!!!