Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 22 aprile 2012

La nuvola del Fara

Il meteo pessimo non da tregua e anche questo fine settimana non lascia molte speranze.
Per sabato è prevista una breve finestra di tempo migliore verso occidente e questo mi fa accettare di buon grado l'invito di Ilaria e Alessandro a fare una piccola uscita assieme a loro.
La decisione di dove andare la prenderemo strada facendo e così, sabato mattina, partiamo con calma e giunti in vista della pedemontana pordenonese, anche se la cima è "momentaneamente" (o così speriamo) coperta da una simpatica nuvoletta, scegliamo di salire al Monte Fara.




La cima imbiancata del Raut risplende in un cielo a tratti azzurro e ci fa ben sperare mentre imbocchiamo la strada per Andreis e la forcella di Pala Barzana. Parcheggiata l'auto all'imbocco della strada che porta alla Casera del Monte Fara, scendiamo e ci prepariamo e poco dopo c'incamminiamo imboccando il sentiero che porta alla piccola forcella La Croce.


La raggiungiamo e iniziamo la risalita nel bosco che si veste a primavera con il sole che occhieggia tra i rami. Saliamo fiduciosi...nel nebbione che avvolge la parte superiore del Fara!









La nuvoletta non si è spostata di un millimetro...anzi, ha deciso di soggiornarvi beatamente per tutto il giorno! Raggiunto il limite del bosco usciamo sui prati sommitali e poco dopo vediamo una piccola croce nella nebbia: la cima?


Eppure ricordo, che quando vi salii la prima volta con Enrica anni fa, c'era una croce di vetta molto più grande posta su uno sperone verde che offriva una bellissima visuale sulla pianura! Ci guardiamo in giro ma la nebbia non consente di vedere oltre una decina di metri e dopo aver consultato la cartina decidiamo intanto di mangiare il nostro pranzo qui.


Dopo il consueto autoscatto, proseguiamo verso il bivio con il sentiero che ci porterà alla Casera Monte Fara con la speranza di intravedere l'altra croce ma non ne troviamo traccia. Un colpo di vento e per un paio di minuti il cielo si apre lasciandoci intravedere la cima del Monte Fara da dove siamo scesi e un po' di panorama verso ovest.


Eppure quella croce... 
Alessandro, vedendo la nostra perplessità, decide di risalire in cima approfittando della breve schiarita e dare un occhiata al crinale dal lato opposto e poco dopo.... "venite, è qua, a dieci minuti!"
Risaliamo in cima e proseguiamo poco oltre ed eccolo la, il piccolo promontorio verde proteso sulla pianura con la croce grande.



Solo che oggi non c'è verso: abbiamo solo per pochi secondi la fortuna di intravedere cosa sta sotto di noi, prima che la nuvola ci avvolga nuovamente nel suo mantello grigio.



Foto con la croce anche qui e ci rimettiamo in marcia e arrivati al bivio scendiamo giu nel bosco guidati da una miriade di bolli rossi alternati a qualche segnavia Cai fino ai prati che circondano la casera dove finalmente, abbandonata la nuvoletta dispettosa, intravediamo di nuovo un timido sole e un po' di panorama!


Poco prima della casera però ho la fortuna di vedere e fotografare cosa può fare la forza della natura: un piccolo Crocus bianco è cresciuto forando una fogliolina secca!


Una breve visita alla stanza adibita a bivacco della casera e scendiamo giu per la strada che ci riporta all'auto giusto in tempo per ripararci dalle prime gocce di pioggia.


Anche se non abbiamo goduto del panorama che questa piccola cima offre, almeno ci siamo sgranchiti un po' le gambe che con tutta questa pioggia iniziavano ad ammuffire! 
Per il panorama... torneremo!   

2 commenti:

frivoloamilano ha detto...

nuvoletta dispettosa...ma le cose, forse, si mettono nel verso e
sarebbe ora!
ciao ;-)

Nadia l'Alpingirl ha detto...

@Flavio:..mmh...mi sa che ci tocca star buoni ancora per un po'...sig!