Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 22 ottobre 2014

Il Tracciolino

Tracciolino, Sentiero dei Contrabbandieri, Sentiero Alpinistico Massimiliano Torti. Nomi diversi per un percorso che nasce alla fine dell'ottocento per poi perdersi per quasi un secolo nelle brume dell'oblio prima di riemergere dalle nebbie della memoria.
Erano gli ultimi anni dell diciannovesimo secolo quando, a forza di braccia e a colpi di piccone, venne tracciata una cengia artificiale sulle pareti strapiombanti del Dos de Calà: l'intento era di collegare Limone alla Valle di Ledro. Il progetto fu abbandonato e la cengia venne dimenticata fino ai primi anni ottanta, periodo in cui la cengia venne riscoperta e parzialmente attrezzata diventando un percorso dalla personalità stravagante: un pò sentiero, un pò via alpinistica e un pò via ferrata.
Arriviamo a Pregasina nel primo pomeriggio e, parcheggiata l'auto nei pressi della Regina Mundi, imbocchiamo la vecchia strada che porta alla Gardesana: un nastro d'asfalto abbandonato a se stesso, ora utilizzato come percorso ciclo-pedonale.
Le varie relazioni trovate raccontano di accessi difficili da individuare e conto curve e tornanti per non sbagliare direzione, finché, all'improvviso, un'evidente lastra di pietra indica, l'imbocco del Tracciolino.

Entriamo nel fitto del bosco, con l'aria umida che ci fa sudare come fontane e iniziamo la discesa verso l'inizio della cengia. Le sommità delle reti parasassi ai lati del ripido sentierino ci avvisano che ci avviciniamo alla nostra meta e, infatti, dopo un'ultima svolta ci troviamo con i piedi sulla cengia, davanti alla targa che la intitola a Massimiliano Torti.


Al riparo della rete ci prepariamo e ci mettiamo in cammino lungo la comoda cengia, che poi si restringerà, sparirà, franerà e tornerà a esser larga, ma sempre a strapiombo sulle acque del lago di Garda.



Tratti di semplice cammino si alternano a tratti dove è meglio procedere in conserva, rinviando sui molti spit presenti lungo la cengia, perché il percorso non è difficile, ma è facile fare un grande tuffo nel blu!






Incontriamo un paio di tratti più esposti, ma comunque ben protetti ed agevolati dal posizionamento di un corrimano, ma dove resta comunque utile fare sicura al compagno durante il loro superamento.
Lo sguardo si perde lungo le rive mentre passo dopo passo percorriamo il sentiero, sospesi sulle nebbie  che di tanto in tanto ci accarezzano, foschie dispettose che ci negano il panorama, ma ci regalano strane luci nel pomeriggio afoso.



Le luci del pomeriggio virano verso i toni caldi del tramonto mentre arriviamo al termine del percorso: la cengia si perde nel fianco della montagna e diventa un placido sentiero immerso nella fitta vegetazione. Iniziamo il rientro, risalendo lungamente un canalone erboso, dove il sentiero ora è ben evidente, ora si perde nell'erba, ora si trasforma in ruscelletto, finché non arriviamo a una vecchia lapide, posta a breve distanza dalla strada che porta nuovamente a Pregasina e, finalmente in discesa,  alla statua della Regina Mundi.



4 commenti:

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

che percorso strano......incuriosisce però !

Luca l'Alpinauta ha detto...

eh si, un lungo traverso sempre esposto, ogni piega della parete qualcosa di nuovo

Bruno ha detto...

Mai sentito questo percorso però è anche vero che è un po' fuori dalle mie rotte abituali. Bravi per averlo scoperto e percorso. Una domanda sola, i tratti impegnativi sono tutti attrezzati e quindi alla portata di quasi tutti i "ferratisti" oppure devi avere le basi dell'arrampicata? Un saluto

Nadia ha detto...

Come dicono le varie relazioni sul web,questo percorso non è da considerarsi una ferrata ma un percorso alpinistico. I tratti dove la cengia è crollata sono stati parzialmente "attrezzati" con corde o cavi,ma data l'esposizione e i vari restringimenti della cengia,va percorsa in conserva,assicurandosi con i rinvii agli spit che si trovano sul percorso. Ciao Bruno :D