Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

sabato 25 aprile 2015

Cristalli di Primavera

Sabato scorso passeggiavo per l'Impero con Indy e il profumo dell'aria che soffiava da nord rafforzava l'intuizione che il giorno dopo sarebbe stata la giornata buona. Dopo un paio di chiamate con esito negativo il buon Denis aveva dato risposta positiva e quindi l'appuntamento per il giorno seguente era pronto. La nord della Zermula ci stava aspettando.
Complice un meteo "diverso" per la stagione la giornata era grandiosa: cielo terso e basse temperature, un buon viatico per la riuscita della salita.
Al mattino troviamo traffico per la strada che sale in Lanza, e qualche curva prima di casera Valbertat ci troviamo in mezzo a un centinaio di scialpinisti, saliti quassu per la Ski Trek Lanza: per un pò saremo in buona compagnia. 
Ci prepariamo velocemente e con i nostri zaini carichi ci incamminiamo verso la Sella di Lanza. 
La strada è ricoperta ancora da un buon mezzo metro di neve, dura e compatta scricchiola sotto i nostri passi salendo, mentre d'un tratto ci appare, incorniciata dagli abeti, la nostra meta.

Cason di Lanza mi appare per la prima volta innevato. Mi guardo in giro, mentre aspetto che Denis mi raggiunga e immagino la salita verso l'orizzonte sulla  Val d'Incarojo. Perso tra i miei pensieri vengo destato da un vecchietto con gli sci da fondo che, guardando le picche e la corda, mi apostrofa con un "saveiso ce che faseis?", mentre le parole stanno per sgorgare dalle mie labbra viene salvato da un altro anzianotto che mi chiede di fare una foto assieme " no setu l'Alpinauta, chel dal 360?"  e cosi mentre arriva Denis faccio conoscenza di alcuni lettori del nostro blog. 
Iniziamo a salire la traccia battuta dagli scialpinisti verso la parete nord dello Zermula, mano a mano che i passi si inseguono, l'orizzonte si apre verso nord. La mole della Creta di Aip si svela invitante ai miei occhi, ma oggi sono qui per un piccolo sogno che covo da diverso tempo. Piccolo fuoco che covava sotto le ceneri da molti inverni, risvegliato da Omar lo scorso anno, ma che sembrava destinato a spegnersi ancora una volta.

Lasciamo la traccia battuta e risaliamo i pendii che salgono alla ferrata. D'un tratto scorgo alla base della parete due puntini che si muovono in direzione dell'attacco.
Mi fermo stizzito. Guardo la parete come si guarda una donna che ti ha tradito.
Fisso il puzzle di neve e calcare che ho davanti e immagino una linea. Nel frattempo mi raggiunge Denis, prepariamo corde ed attrezzatura e lo rendo partecipe dell'idea.
Iniziamo a salire in conserva lunga, raggiungo una piccola grotta dove posso attrezzare una sosta e recuperare Denis che in breve mi raggiunge.
Ci siamo lasciati dietro i primi due tiri su neve, con pendenza sui 50/55°, la neve è ottima e la progressione divertente. Il cuore pompa gioia nelle vene e lo sguardo guarda goloso verso il cielo.




Riparto dalla grotta seguendo una lingua di neve dura che ha come solo orizzonte il cielo, e salgo veloce, i ramponi mordono il pendio regalandomi la tranquillità necessaria per godere appieno di quanto ci circonda. I respiri sono profondi, gli occhi studiano il percorso, tutto da pensare. La parete come un foglio bianco su cui disegnare quello che mi piace immaginare.




Al quarto tiro il gioco si fa più divertente con tratti di misto, in cui le picche passano dal ghiaccio, alla neve alla roccia senza grossi problemi. La verticalità si accentua, ma le possibilità di proteggere sono buone e la progressione resta oltremodo divertente.


La cresta di uscita si fa sempre più vicina, e un primo sollievo lascia spazio a una sottile tristezza. La gioia della salita lascia il campo alla consapevolezza che il gioco è finito. Come vorrei che continuasse ancora la parete sopra di noi, ma così non è. 


Esco sui prati sommitali, dove la neve resiste eroicamente al caldo sole del pomeriggio. La salita è ormai un bella pagina nell'album dei ricordi, Denis mi raggiunge e mi stringe la mano. Seduti sull'erba ci godiamo la giornata.

Risaliamo verso la linea di cresta e sotto di noi si apre la Val d'Incarojo, tranquilla nel pomeriggio primaverile. Iniziamo a scendere velocemente lungo la normale, sul versante sud, la neve tiene ancora bene, tant'è che in qualche traverso dobbiamo calzare nuovamente i ramponi. Arrivati alla sella di Lanza possiamo dirci fuori da qualsiasi pericolo.

Caliamo nel bosco passando sotto la mole dello Zuc della Guardia e sprofondando di tanto in tanto nella neve guadagniamo la strada che sale in Lanza da Pontebba.
Il sole del pomeriggio fa sentire la sua voce calda e la neve si scioglie ascoltandolo. I passi si fanno pesanti e la strada del ritorno sembra infinita.


Monte Zermula, parete nord. 
Via Cristalli di Primavera
250m, III, 50/55° pass IV° M4
Prima salita con Denis Lugano il 19 aprile 2015
Tempo di salita 3h
Avvicinamento in base all'innevamento della strada che sale da Paularo 2/3h
La salita ho piacere di dedicarla al ricordo di Flavio Molinaro

3 commenti:

Nadia ha detto...

Bièl Bièl!! Bella giornata,bella compagnia,bella neve, bella salita e...bella dedica finale!
Ma no sta periculà!!

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

Bellissima Luca ! una dedica che vale doppio, un diamante che brilla tra i cristalli di primavera..... e come si sa un diamante è per sempre!
Mandi

Luca l'Alpinauta ha detto...

Grazie uca, una salita coi baffi!