Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 10 aprile 2018

Risvegli

Tutto accade d'un tratto. I giorni non sono più gli stessi: cambia la luce, e con essa i colori. Cambia l'aria, e con lei i profumi. Dalla terra salgono fraganze fresche e forti che si avvinghiano al corpo, abbracciandolo con veemenza. Profumi e colori dei fiori attirano l'attenzione , distogliendola dalle vette ancora fredde e bianche. 
Lo sguardo che prima indagava le linee bianche che solcavano le pareti inizia ad essere attratto dalle rughe sottili della pietra. I sensi si lasciano sorprendere dal tepore del bosco, dal calore ruvido delle pietre. Sale la curiosità di riscoprire le emozioni che regala una mano che stringe il calcare. Si affievolisce la voglia di immergersi tra le severe pareti incrostate di gelo, anche se rimane lì, latente, pronta ad un colpo di coda qualora le condizioni ridestassero la necessita profonda di sentire il piacere dell'effimero.
Inizio a riporre il materiale con un misto di nostalgia e di sollievo, un sottile tormento che mi accompagna ad ogni primavera, assieme al desiderio segreto di un inverno che non finisca mai.
Tutto accade d'un tratto e allora nello zaino entrano scarpette e magnesio, assieme alla ferramenta. La stagione inizia a seguire le rughe della pietra, a riscoprirne i racconti e le emozioni, a capire quello che ti fa vivere.

Glemine








Vipava









Strabut




Forni di Sotto








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