Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 11 giugno 2018

Ritorno sul Cjampon

Quattordici anni fa mi aveva spaventata...
Salita con gli amici Silvia e Denis, avevamo trovato innevato l'ultimo tratto e, una volta arrivati in vetta, ridiscendere non era stato facile per me. 



Quattordici anni dopo arriva il momento di "esorcizzare" questa cima che ricordo molto panoramica: oggi c'è Luca, la cui presenza è già sinonimo di "sicurezza" per me!
Curva dopo curva, risaliamo in auto la lunga strada che porta alla malga Cuarnan. La silenziosa frescura del bosco rigenera la mente prima della ripida salita sotto il sole che ci aspetta. 


I prati che portano a sella Forador sono disseminati di fiori, i maggiociondoli uno spettacolo giallo in mezzo al verde.






Il sole picchia bene, nonostante l'aria sia un po' più fresca dopo il forte temporale del giorno prima.
Tornante dopo tornante il sentiero sale prima lentamente, poi più ripido e roccioso. Il famoso "passo della signorina" non incute lo stesso timore della prima volta, anzi... come dice Luca, è totalmente addomesticato. 










Alternando tratti di sentiero esposto a tratti rocciosi rovinati, raggiungiamo i prati sommitali e la panoramicissima cima! Due rintocchi alla campana, una foto presso la croce e possiamo goderci la vetta, mentre da est nuvole si avvicinano con fare minaccioso. 









Mentre Luca firma il libro di vetta, proseguo fino alla successiva elevazione, lungo il primo tratto dell'Alta Via Cai Gemona: un giorno magari....







Pranziamo e poi scendiamo con cautela i tratti dissestati, mentre le prime nuvole scure accarezzano la cima. Il silenzio è rotto solo dal brusio del vento tra le fronde dei pini e dal cinguettio dei numerosi uccelli tra gli alberi del vicino Cuarnan. 



Il Cjampon ora non fa più paura.

Nessun commento: