Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 25 luglio 2019

Gartnerkofel, Pilastro Sud-Ovest

Prologo
Venerdì mattina, da qualche parte, nel silenzio del letto, subito dopo la sveglia ed il buon giorno, una voce roca e decisa: "con l'instabilità che mettono domani non mi va di andare a fare una via lunga".
Da un altra parte, subito dopo la sveglia ed il buon giorno, dopo una voce roca e decisa, sale l'eco distorto e svampito di una voce che cerca di dar corpo al pensiero di una mente ancora aggrappata al cuscino, nella penombra di un giorno che inizia: "eh? Bon bon no sai, viodin, larin di un atre bande. Bundi"

Sabato. La sveglia è suonata presto: raccolto il necessario, siamo solitari, lungo la strada. Un puntino rosso, che sembra esplodere sotto la spinta di una folta chioma di ricci, lo superiamo ridendo, aggiungendo buonumore alla giornata appena iniziata, mentre la palla del sole, che segue il suo ordinario cammino, passa dal rubino dell'alba al giallo del suo viaggio.
Strade vuote ci accompagnano fino alle ombre lunghe del Gartnerkofel, la meta alternativa su cui è caduta la scelta odierna; mentre la giornata nella malga è già iniziata da un pezzo, tutto, intorno, sembra ancora sonnecchiare. 


Imbocchiamo il sentiero che sale alla base dei contrafforti rocciosi ancora in ombra ed in breve siamo all'attacco. Preparativi veloci e si parte.
I primi due tiri fanno ambiente, rocce rotte, detrito e verdi che servono a scaldarsi nell'aria frizzante dell'ombroso mattino. I primi pensieri sulla salita non sono stupendi, poi la situazione migliora, la roccia si fa più solida e compatta, qualche friend è utile se non ci si vuole affidare ai grigi cordoni lasciati nelle clessidre artificiali.









Il tempo scorre, ma non troppo veloce e allora decidiamo di continuare fino in cima, anziché calarci sulla via di salita.
Muri di nuvole si alzano lungo le creste di confine, ma non sembra abbiano voglia di valicare.
Saliamo gli ultimi tiri e la piccola cima ci accoglie, sferzata dal vento freddo.






Iniziamo a preparare velocemente le doppie lungo il friabile canalone ovest, dove ogni recupero di corda smuove sassi di ogni dimensione; quattro calate nel canalone ci portano  poco sotto la sella sud e finalmente fuori dagli amati grembani. Un breve trasferimento su erba e roccette ci riporta alla prima sosta e con un ultima doppia siamo nuovamente alla base.





Il sole splende alto e le nuvole ormai ci fanno un baffo.
Con calma ripercorriamo i passi del mattino, scrutando l'orizzonte alla ricerca di una birretta.


2 commenti:

Marietto ha detto...

bellissimo iul finale : ....scrutando l'orizzonte alla ricerca di una birretta...

Nadia ha detto...

Marietto...bisogna pur reintegrare i sali! :D