Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

venerdì 23 agosto 2019

Creton di Culzei, lungo i 50

Il sole che sorge come una palla di fuoco sembra presagire una giornata certa e serena. Gli scarponi passano silenziosi l'uscio, entrando nella riga definita del sentiero. Bagnati, dalle gocce del mattino, che si lasciano cadere al passare ancora silenzioso degli amici. Pian piano cala la tensione e si alzano un pò le voci. Serene e scherzose. 
Percorsi i primi tratti attrezzati del Corbellini il cielo si appesantisce.
Il viso emaciato delle nuvole delle prime ore del giorno si fa florido e grigio. S' ingrossa sopra le nostre teste, ma mantiene le distanze, come a rassicurarci che il nostro procedere può continuare fiducioso, sotto la sua protezione.
Pian piano il cielo si sfilaccia, sembra voler sfiorare le crode che ci sovrastano. Le ghermisce e, a volte, le nasconde ai nostri occhi. Proseguiamo verso l'alto tranquilli. La nebbia scende e ci avvolge.






La pietra si fa fredda mentre saliamo lungo la via dei Cinquanta. Persi tra pinnacoli fantastici perdiamo il senso del dove. In un mondo ovattato cerchiamo la nostra via, percorrendo precipizi che solo si intuiscono sotto ai nostri passi, e pareti incombenti e minacciose che si perdono sopra al nostro salire, predate dalle brume.








La nebbia, a volte, pare una fiera, in caccia di quanti si avventurano negli alti silenzi, tra crode solitarie e poco frequentate, senza timore di lei. Si sale accogliendola come una generosa compagna di viaggio, capace di regalare emozioni in scenari ogni volta irripetibili. Capace di sussurrare al cuore, invitandolo a cercare la felicità anche dove sembra persa per sempre.





I compagni di viaggio si stringono solidali nella via, senza paura, godendo della presenza gli uni dell'altra, fino a quando il viaggio ha termine.
Raggiunta la meta, non resta che scendere, abbandonando il fosco abbraccio, lasciando che l'aura cinerina si dissolva sopra le cime, cedendo il passo nuovamente ad un cielo turchese.






Raggiunto il sentiero Malavoglia resta il dono di un viaggio fantastico. Il sentiero esce dalle ghiaie e ritrova se stesso tra l'erba, accompagnandoci in rifugio, dove altri amici ci attendono.

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