Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

venerdì 30 agosto 2019

Zottachkopf? No, Cima di Lanza

La Creta di Aip sembra un vulcano in eruzione...
Le nuvole che inizialmente l'avvolgevano, si sono fermate sul suo lato nord, creando quella che appare come un'enorme fumata bianca.



L'idea iniziale di portare Gabriele sul Zottachkopf sfuma come le nuvole che vanno e vengono sulla sua piccola cima. Il fatto poi che la meta appaia così lontana ai suoi occhi, fa scattare in lui un attacco di fiacca che le temperature odierne supportano con entusiasmo! 




Per fortuna che il Pian di Lanza, con le sue dolci ondulazioni verdi e le cime rocciose che lo circondano, è sempre un piacere per gli occhi! 





La Grotta di Attila poi è sempre un'attrazione interessante per chi, come Gabriele, non c'è mai stato. Con cautela ci inoltriamo al suo interno, abbracciati dalle pareti lavorate che, assieme alla luce che filtra dall'alto e allo scorrere dell'acqua al suo interno, crea un'atmosfera tranquilla e misteriosa.





Usciti di nuovo al sole, riprendiamo il sentiero e, giunti alla sella di Val Dolce, apriamo la cartina e decidiamo il da farsi. Saranno le nuvole a decidere per noi, nascondendo la cima prediletta e facendoci volgere lo sguardo dal lato opposto, verso quel susseguirsi di ondulazioni verdi che portano alla Sella di Cordin. 




La Cima di Lanza diventa così la nostra nuova meta, nascosta inizialmente alla  vista da un'altra ondulazione verde: il sentiero 403, ci conduce in un corridoio tra le Pale di San Lorenzo e i pendii erbosi della Cima di Lanza, fino ad un forcellino, che ci dà accesso alla sua dorsale: risaliamo tra ciuffi di mirtilli e ginepro, passando accanto a una lunga trincea inerbita, che ci accompagna fino in vetta ed oltre. 











Poco più in là, nascosta sul suo versante orientale, una piccola galleria dà accesso a due feritoie, al cui interno scopriamo due nidi, ormai vuoti: è bello sapere che, dove un tempo qui si combatteva e si moriva, qualcuno vi abbia trovato il giusto riparo per dare origine a nuova vita. 







Il ritorno sarà un lento vagabondare tra i pendii, facendo scorpacciate di mirtilli e lamponi, per poi ritrovarsi sulla retta via e far ritorno alla civiltà, accolti dai campanacci delle mucche e al profumo del Cason di Lanza.   






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