Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 14 agosto 2019

Piani B...Monte Chiadin ovest

Barbara non può venire!
Quando la meta è già decisa, cambiare improvvisamente programma la sera prima mi crea non pochi patemi!
Le cime in lista sono tante, ma con le temperature previste per l'indomani o sono troppo lunghe o sono troppo basse! La tentazione di tirare pacco pure io inizia a farsi avanti, mentre scruto la cartina con i giri fatti evidenziati, alla ricerca di qualche meta che sia abbastanza alta ma non eccessivamente lunga. Ed è così che l'occhio cade su una cima più volte messa in lista mentalmente ma non sulla carta! E si che ogni volta che passavo per Forni Avoltri, alzando lo sguardo dicevo: "un giorno pure tu!"!!! Una rapida ricerca sul web per i dettagli sull'itinerario e il piano B è servito! Si va sulla cima ovest del Monte Chiadin!


Puntata l'auto verso Cima Sappada, la raggiungiamo e svoltiamo verso le Sorgenti del Piave, parcheggiando l'auto ai Piani del Cristo. Passando dietro all'omonimo rifugio, saliamo lungo la strada, ma da subito si manifesta uno dei problemi che, dopo il passaggio di Vaia, è comune a molte zone, ovvero l'immane caduta di alberi! Per fortuna un sentierino segnalato da fascette colorate, bypassa la zona compromessa, risalendo in un bosco fortunatamente indenne da schianti.


L'umidità ci fa sudare le proverbiali sette camice, mentre raggiunta di nuovo la stradina sterrata che porta alla baita Keser, cerchiamo l'imbocco del sentiero 174.



Lo troviamo a fianco della baita e iniziamo la lunga risalita verso quella cima che appare e scompare tra nuvole passeggere. A guardare in giro è tutto un ribollir di nuvole di umidità, che avvolgono, coprono e scoprono le cime davanti a noi: CimeTempestose.. come il libro di Emily Bronte.







Quando il bosco cede il passo ai prati e alle rocce, bramiamo quella leggera brezzolina che di tanto in tanto ci rinfresca la fronte, mentre lentamente saliamo i molti tornanti della vecchia mulattiera di guerra che porta alla cima.











Il suono delle campane di Cima Sappada che suonano a mezzogiorno, ci raggiunge a pochi metri dalla cima. Nuvole già da un po' vanno e vengono, abbracciandoci e confortandoci con la loro momentanea frescura.






Per fortuna ci lasciano godere del panorama verso sud, mentre verso nord sarà tutto un gioco a "vedo non ti vedo".


Seduti accanto alla croce di vetta, pranziamo mentre sotto di noi la vita scorre animata nelle vie di Sappada. E alla fine cediamo all'insistenza delle nuvole e scendiamo dal nostro "trono" odierno, lasciando la cima al loro abbraccio, ritrovando il sole più giù, che calorosamente ci accompagnerà fino ai Piani del Cristo, dove ci rincuoreremo con una meritata fresca birra!



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