Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 1 agosto 2019

Ritorno al Jouf

L'umidità del sottobosco, bagnato da recenti piogge, ci fa sudare mentre c'incamminiamo lungo la sterrata che, da forcella di Pala Barzana, sale verso malga Jouf.




Le calde giornate che caratterizzano questo periodo, unite ad una spiccata instabilità pomeridiana, ci fanno scegliere di salire al monte Jouf di Maniago dal suo versante nord. Poco dislivello e un accesso abbastanza veloce, era stato messo in lista dopo la scorsa salita con l'amica Barbara, dove la nebbia ci aveva precluso completamente la vista.


Al primo tornante, abbandoniamo la strada per seguire un sentiero che, subito dopo la curva (non quello in discesa verso forcella La Croce!), corre inizialmente parallelo alla strada, per poi alzarsi ripidamente nel bosco verso il crinale. 





Tra sbuffi e piccole pause copriamo l'iniziale dislivello per poi camminare in lieve salita, costeggiandolo poco sotto, sempre sul versante nord. All'ombra della faggeta, seguiamo lungamente i segnavia Cai ma, dove questi si spostano improvvisamente sul lato sud del crinale boscoso (ometto), decidiamo invece di proseguire diritti, seguendo una marcata traccia.



Bolli rossi ci guidano tra gli alberi, sfiorando a volte il crinale da cui, come finestre aperte, possiamo gettare lo sguardo sulla pianura e godere di una leggera brezzolina che asciuga i nostri sudori.
Arrivati ad un bivio, dove su un tronco troviamo la scritta in rosso "cima" e su di un altro la scritta "malga", seguiamo l'indicazione per la cima e saliamo ancora per un po' fino a sbucare proprio dietro alla bandiera che ne segnala la vera vetta.







Una bandiera diventata "famosa" su Facebook grazie ad un gruppo di amici che, creando la pagina I JAM - I JOUF AL MESE, ha lanciato l'idea di salire quassù una volta al mese per un anno intero. La sfida è terminata da un po', ma gli appassionati e iscritti, non mancano di "mantenere" viva la pagina postando le foto delle loro continue salite.




Dopo la classica foto di vetta, possiamo finalmente addentare i panini e goderci il panorama. Peccato solo che nuvoloni scuri inizino ad avanzare da nord mettendoci fretta. Ripresa la marcia, scendiamo ripidamente ad una forcellina erbosa per poi risalire dall'altro lato, verso la "seconda cima", quella più conosciuta, dove scattiamo una foto ai pargoli con la grande croce di vetta. 








Sole e nuvole si alternano, creando giochi di luce e ombra sulle collinette erbose che ci circondano mentre, dopo aver inizialmente sbagliato stradina, imbocchiamo quella giusta e passiamo accanto alla malga Jouf .



Il sole cede definitivamente il posto alle nuvole e a qualche goccia di pioggia, mentre percorriamo la lunga strada sterrata che scende di nuovo a forcella di Pala Barzana.




La raggiungiamo fortunatamente asciutti e, dopo essere saliti in auto, scendiamo a Maniago, dove facciamo visita ad un amico di Luca, proprietario della più antica fucina Maniaghese! Michele Massaro ci intratterrà per un'oretta nella antica arte della battitura, facendoci vedere pian piano come nasce un coltello!










  

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