Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 12 agosto 2020

Anita Goitan, l'unione fa la forza

Ci sono percorsi che rimangono in lista per molti anni.

L'Anita Goitan era uno di questi. Sarà che il dislivello da fare era consistente e meritava allenamento. Sarà che proprio non ci andava di pernottare al rifugio Corsi. Come la salita al Jof Fuart, era una chimera, un desiderio nel cassetto...

Poi il pernotto con gli amici Orsi a malga Grantagar, la salita all'Ago di Villacco e al Jof Fuart e l'idea inizia a diventare realtà. Un giro di messaggi con le amiche, il loro entusiasta assenso, i frenetici preparativi e finalmente sabato ci ritroviamo a camminare verso il rifugio Corsi, la malga Grantagar sempre più piccola alle nostre spalle. 

Davanti a noi lo spettacolo delle Alpi Giulie, con le loro pareti bianche che risplendono in una bellissima giornata di sole! Barbara e Silvia l'avevano percorso tanti anni fa ma lo volevano assolutamente rifare. Per me e Diana invece, una prima volta, un banco di prova e un desiderio che si avvera. 


Il canale roccioso che risaliamo verso forcella di Riofreddo non ci incute timore: "planc e ben" (piano e bene) diventa il mantra di queste due giornate, mentre saliamo con attenzione tra rocce e verdi, fino a gettare lo sguardo giù dal ripido canalone che cala giù nella Carnizza di Riofreddo. 






La targa del sentiero Anita Goitan è posta accanto ad una stretta cengia rocciosa, uno dei tanti passaggi che ci metteranno alla prova oggi. Saliamo con cautela tra canalini rocciosi e cenge detritiche, aspettandoci nei tratti più impegnativi, ridendo e scherzando nei tratti più tranquilli. 




La vista è incredibile, con cime e cime che fanno da sfondo a questo percorso che, alternando lunghe camminate a brevi e arditi passaggi attrezzati, ci porta ad esplorare angoli spettacolari, come l'aguzza guglia dell'Innominata, che ci appare davanti, stagliata contro un cielo azzurro e sereno. 












Intravisto dietro a noi un numeroso gruppetto di ragazzi, decidiamo di fermarci presso un bel pulpito e lasciarli passare. Davanti a noi sappiamo esserci il punto più ostico della traversata, un verticale camino rimasto impresso nei ricordi di Barbara: non vogliamo gente dietro! 


Cogliamo l'occasione per fare una bella pausa, goderci il panorama e, soprattutto, festeggiare il compleanno di Silvia che cade proprio oggi!!! 


Uno ad uno, vediamo i ragazzi scomparire oltre il pulpito, mentre teniamo costantemente d'occhio il tracciato di fronte a noi, aspettando di rivederli comparire. I minuti passano, ma di loro nessuna traccia: quanto diavolo è lungo quel canale??? Mentre mettiamo via le ultime cose nello zaino, mandiamo Silvia in avanscoperta: un occhiata giù dal canale roccioso e ci avverte che alcuni dei ragazzi sono ancora impegnati con la discesa! 

Attendiamo ansiose di scendere con tranquillità, mentre finalmente intravediamo i primi ragazzi comparire e risalire sulla parete opposta. Il momento tanto atteso e "temuto" arriva e, uno sguardo giù per dove dobbiamo scendere e Barbara mi chiede di assicurarla! 

Nel dubbio avevamo deciso fin dall'inizio di portarci dietro la corda e, dopo aver insegnato questa manovra a tanti allievi del corso ferrate, arriva il mio turno di metterla in pratica! Un mix di emozioni mi assale mentre lego la fiduciosa amica: timore di sbagliare e responsabilità, si alternano a orgoglio e determinazione a far sì che le amiche possano proseguire e terminare questo percorso. Così, dopo che Silvia è scesa autonomamente per aiutare dal basso, inizio a calare Barbara nel primo tratto di camino, poi Diana. 


Lanciata la corda a Silvia, scendo e le raggiungo per la seconda calata: il tratto che segue è ancora più verticale e angusto: quattro lunghi pioli fanno intendere che sulle pareti non troveremo facili appigli! Ripetiamo la discesa precedente, prima Silvia, poi Barbara e Diana assicurate: le amiche raggiungono la base tra sbuffi e imprecazioni, ma felici di poter continuare! 

Mentre Silvia recupera la corda, penso  ai tanti camini ostici che mi è toccato scendere negli ultimi mesi, alle calate da brivido assieme a Luca e agli amici Orsi e, studiando bene i passaggi, le raggiungo alla base del canale. 

Il peggio è alle spalle, davanti a noi tratti più semplici ci attendono, possiamo concederci un'altra pausa, tanto stasera dormiremo in malga! 












Arrivate al bivio con la normale al Jof Fuart, decidiamo di rientrare da qui, avendo già percorso precedentemente il tratto fino alla forcella Mosè. Il rientro ci impegnerà ancora in alcuni tratti rocciosi, ma li affronteremo senza premura, arrivando alla malga in tempo per preparaci il letto e cenare assieme a Luca e Gabriele che, per passare una notte in tenda, sono saliti nel tardo pomeriggio. 



Il calore della stufa, l'ottima cena, la divertente compagnia, ci accompagnano verso il termine di questa bella ed entusiasmante giornata. 



Domani ci aspettano le Castrein e l'ultimo tratto dell'Anita Goitan!      

  

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