Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 26 gennaio 2009

Immenso bianco

Mentre Nadia e l'allegra combriccola muoveva alla volta di Moggessa, un Cane e otto Orsi si dirigevano sotto un'alba limpida (a dispetto delle previsioni), verso il Canale di San Pietro, decisi a raggiungere gli escursionisti che hanno passato la notte di sabato a Casera Pal Grande di Sopra.
Un eccitatissimo Indy mi accoglie alle sette del mattino tutto saltellante: annusa già l'aria sottile della montagna. Saliamo in macchina e andiamo ad aspettare il resto del gruppo in piazza Giardini, dove troviamo Luca, Renzo e Alessandro pronti a puntare gli sci in direzione del Monte Dimon. Alla spicciolata arrivano Giovanni ed Enrico, Gianni, Fabrizio e Bepi. Roberto? "Sai che ha il fuso sfalsato di cinque minuti.. Chissa ieri sera..." Ma ecco che alle 7.35 arriva puntuale!
Partiamo quindi alla volta dei Laghetti di Timau dove tra stormi di fondisti troviamo l'Uomo delle Dieci con Maria e Max, anche loro diretti alla nostra casera.
Nell'aria gelida del fondovalle, ai piedi della mole innevata della Creta di Collina ci prepariamo con calma."Inauguriamo" il nuovo corso delle gite invernali, indossando l'Arva e mettendo in pratica gli insegnamenti di Gianni di un paio di settimane fa.


Appena messo piede sul sentiero libero Indy dal guinzaglio e subito si da da fare ad esplorare il bosco innevato, partendo a razzo per il pendio, verso i stavoli Roner. La prima rampa del sentiero manda già in ebollizione il radiatore e iniziano a migrare verso lo zaino gli strati più esterni del vestiario.
Il primo tratto di sentiero ha il fondo innevato bello duro e si sale senza fatica, Fabrizio, Bepi e Gianni iniziano ad allungare il passo, mentre il gruppo si sgrana un pò. Indy fa la spola tra tutti, richiamato di tanto in tanto dal fischietto.
Nel mezzo del bosco è caduta qualche slavina, e tra i cumuli di neve l'ambiente non si riconosce più: passati i resti del ponte sul rio Gaier non troviamo il bivio che riporta a Timau, e ci ristroviamo direttamente agli stavoli a mezza costa. Boh! Continuiamo a salire, e dopo qualche sprofondamento di troppo decido di calzare le cjaspe, mentre un affettuoso Indy prende a leccarmi la faccia, " Va vie! Ostie!!". Niente da fare, ci vuole un biscotto per guadagnare un pò di pace!


Ora la salita va decisamente meglio, supero in breve Max, Lucilla e Roberto, mentre Indy parte in bomba alla ricerca di Giovanni. Arrivo al vallone superiore, sotto Pal Grande di Sotto, spettatore di uno scenario magnifico, tutto è di un candore abbacinante.

La traccia prosegue solcando il fondovalle. il giorno prima Enzo e compagnia son saliti in quattro ore! La traccia a tratti è ricoperta da neve ventata e si sprofonda un pò nonostante le cjaspe. Gli alberi portano visibile l'azione del vento: la neve è rimasta solo da un lato, donando una forma aerodinamica ai tronchi. Indy tenta qualche escursione fuori traccia, ma vi rinuncia poichè sprofonda notevolmente nella bianca coltre, e preferisce accodarsi, salvo poi ripartire in quarta quando vede dinanzi a noi Dario e JR che ridiscendono.
Subito dopo incontriamo pure Enzo e Gigi, e poco più in su Mauro e Paolo: la casera è quasi completamente ricoperta di neve e han faticato a scavare un pertugio per entrarvi. Le stalle sono sepolte e non sono riusciti ad accedere alle bombole del gas custoditevi. Niente pastasciutta a mezzogiorno.
Salutati gli amici che rientrano risaliamo sulle nevi compattate di una slavina, passando a fianco della zona da dove si è staccato il lastrone, mentre usciamo dall'ombra della Creta di Timau e usciamo nel tepore del sole, Bepi ci saluta dal tetto della stalla a valle: a parte la casera tutto è sommerso dalla neve!!






Indy passeggia indifferente sui tetti innevati, ma al richiamo delle crocchette accorre veloce. Entriamo in casera, fuori si sta meglio, ma il piacere di mangiare un pò di Montasio (e che altro?) seduti fa sopportare anche qualche grado in meno.

Ad un certo punto sentiamo uno strano rumore sopra le nostre teste: è Fabrizio che cammina sul tetto! Quest'anno è diventata una moda!
Mentre Bepi e Gianni salgono sul Pal Grande, carico di neve, come il vicino Rosskofel, noialtri stiamo a goderci il sole. Per passare il tempo decidiamo di fare un pò di esercizio con arva e sonda: neve c'è ne in abbondanza e seppellire una scatolina non è un gran da fare!



Loris e Maria han deciso di fermarsi alla casera Pal Grande di sotto, e dopo un paio d'ore di sosta lasciamo a malincuore questo bel posto per iniziare la discesa.


La traccia è battuta, ma la tentazione della coltre vergine è forte: in discesa, senza fatica, lasciare il segno del proprio passaggio è fantastico.
Scendiamo velocemente di quota e nel fondo del vallone incontriamo Marilena e Guido che, reduci da un'intensa gnotolade, non rinunciano alla salita fino in casera. Guido guarda curioso Indy e il suo zaino "Marilena i vin di insegna ancje a chei quatri gjàs che i vin a puarta il zaino in montagne!"


Camminiamo leggeri e veloci nel bosco e arrivare all'auto lascia un pò di maliconia: "Già finito?!?"
Visto che la desiderata pastasciutta "alla Pal Grande" non ci è stato possibile degustare andiamo a trovare gli amici dei Laghetti ..."Us vadie ben pastesute al cerf?".
Pononoppo!
Siamo Orsi. Onnivori!!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mamma mia che figata! e che razza di lastrone che è venuto giu. sono andata a vedere una foro di come la casera d'estate! Cayo quella neve lì resta fino a giugno

Anonimo ha detto...

bellissimo! un incanto!

Anonimo ha detto...

Certo che a Pal Grande la popolazione degli Orsi è numerosa ne ho contati 14 . chissa che pastasciutta!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Bel posto.....e anche qui ci devo andare..... tanto, come dice Carlo de TS, ci sarà la neve fino a Giugno.
Intanto prendo nota.
Ciao