Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 19 giugno 2011

Silenzio! Parla la pioggia

"Mi sa che la prendiamo"
"Uomo di poca fede: non lo sai che dove vado io splende sempre il sole?"
Guardiamo i grossi e scuri nuvoloni che avanzano dal Cuar verso Gemona e lo sguardo che Luca mi rivolge è molto dubbioso
Sorrido. Certo che contro le funeste previsioni meteo per oggi un po' di ottimismo non guasterebbe!
E un timido sprazzo di sole sembra lottare con i nuvoloni sopra Ugovizza mentre svoltiamo verso la Val Bruna e poi la Val Saisera.




Parcheggiata l'auto, facciamo scendere Indy che oggi ci accompagna e appena pronti partiamo. Oggi la destinazione è il rifugio Pellarini: Luca vuole controllare la situazione neve per l'uscita con il corso ghiaccio.
Nuvoloni grigi si alternano a brevissimi sprazzi di sole che illuminano qua e là la faggeta lussureggiante dove scorre la lunga e noiosa sterrata che in poco meno di un ora ci porta all'imbocco del sentiero 616 che sale al rifugio.



Qualche gocciolina di pioggia inizia a cadere e infilato il copri zaino, rimango in dietro a fotografare una piccola e nera salamandra: le poche gocce si trasformano in breve in una leggera ma fitta pioggerellina che tintinna contro le foglie sopra di noi.


Sotto i nostri piedi un soffice tappeto di foglie rosse che profuma di muschio e funghi. Riparati dall'abbondante fogliame saliamo i brevi tornantini e incrociamo Fabrizio la cui auto avevamo scorto nel parcheggio. E' partito presto ed è salito a controllare la neve nella gola nord est dello Jof Fuart: c'è abbastanza neve e l'uscita si può fare!


Un saluto e continuiamo la salita verso il rifugio che ci appare poco dopo, immerso tra i rami dei larici. Ora piove bene e raggiunto il portico, leghiamo e sfamiamo Indy prima di entrare nel solitario rifugio.





I gestori sono quasi sorpresi di vederci ma ci accolgono all'interno e consultato il menù odierno optiamo per un piatto non proprio "montano": due porzioni di "chili carne" che doveva essere servita questa sera in occasione della serata country annullata per il brutto tempo. Insalata e caffè completano il pranzo mentre fuori la pioggia e le nuvole avvolgono le cime che ci circondano. A parte altre due ragazze che si fermano solo per il tempo di un the,oggi non arriverà nessun'altro. Eppure è bello anche così: arrivare in rifugio, ripararsi e riscaldarsi al tepore del caminetto, mangiare qualcosa guardando le nuvole che giocano con le cime, la pioggia che nutre e rende verdissimo il bosco.




Un altro modo di andare, ricompensati anche dall'incontro con tre camosci e un piccolo cerbiatto che inconsapevole dei nostri sguardi bruca in mezzo a un prato fiorito. 

3 commenti:

frivoloamilano ha detto...

Tanti "incontri"...la piccola salamandra è fantastica. E il chilli poi!
"Scende la pioggia ma che fa"

ciao Alpinauti

Carlo de ts ha detto...

cayo mi diventi triestin?
ah ah ha

laura ha detto...

le parole che sussurra la pioggia sono magiche, poi il tepore di un rifugio e la gentilezza del gestore rendono splendente anche una giornata di nebbie e pioggia