Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 31 ottobre 2011

Cima Carega

Dopo una notte tranquilla, nonostante i rumorosi festeggiamenti di compleanno due piani sotto, ci alziamo ben riposati e scendiamo a far colazione. Il gestore mostra ancora qualche segno della battaglia della sera precedente, soprattutto quando ci mette tre/quattro minuti a capire cosa gli si chiede..
Fuori dal rifugio l'aria è frizzantina e le persone che si danno da fare con zaini e corde all'esterno sono ben intabarrate!
Oggi con Nadia ho in progetto la salita al Carega da Campogrosso: a noi si aggiungono Stefania e Andrea, mentre Claudia è piuttosto indecisa, ma alla fine sceglie di andare con Marco, Stefano e Federico per arrampicare sulla Guglia GEI, visto che oggi la parete è al sole.



Il sole di questo mattino non è molto caldo e i primi passi verso Prà degli Angeli li facciamo facendo scricchiolare la brina sul sentiero. Passiamo sotto la Guglia GEI, che, illuminata, risalta sulle sue sorelle.
Risaliamo il Boale dei Fondi e calpestiamo la prima neve della stagione per raggiungere la Bocchetta omonima.










Due facce della stessa medaglia: sul versante dei Fondi, grigie e severe pareti di roccia strapiombante, sul Valon di Campobrun ripide balze solari su verdi prati.
Seguiamo una erta e aerea cengetta che ci porta alle falde di Cima Mosca e dopo un bel traverso che ci rivela il rifugio Fraccaroli e la Cima Carega, arriviamo alla Bocchetta Mosca che si apre sul Vaio dei Colori: un tetro e freddo spettacolo di pietra e neve che accompagna lo sguardo verso i verdi piani del Pasubio.




La strada militare sale costante verso l'intaglio tra Costa Media e Carega. Le pareti sud di quest'ultimo sembrano insuperabili, mentre poi, arrivati al rifugio, con un breve e facile sentiero ne raggiungiamo la cima e il panorama che ci offre: Adamello e Brenta in primo piano, mentre il resto si nasconde a tratti dietro alle nuvole.






Il buon Andrea si mette ad armeggiare con qualcosa nello zaino e poco dopo la moka si siede sul fornelletto per offrirci un caffè caldo. Carega e caffè! Di meglio non c'è!!



Foto di vetta e piccolo break sulla cima solitaria: sono tutti al caldo del rifugio trenta metri più sotto, regalandoci il silenzio del vento come compagno.



Iniziamo la discesa dopo una breve sosta al rifugio, e nei pressi di Bocchetta Mosca incontriamo Stefano che, di corsa, si fa sempre più vicino: "dov'è la cima?" - "di là, una mezz'oretta!"
Nel mezzo di questo scambio di informazioni ci spiega che anche oggi, la Guglia GEI li ha respinti! E per sfogarsi via di corsa sul Carega!
Percorriamo a ritroso i passi del mattino, sulla cresta prima di bocchetta Fondi, individuiamo gli altri nel Boale, un centinaio di metri sotto di noi, seduti nel sole del pomeriggio.


Scendiamo con prudenza dalla bocchetta sulla neve che inizia a gelare nelle prime ombre del pomeriggio. Mentre passiamo sotto Torre Mosca sentiamo un boato e subito dopo una pioggia di sassi che quasi raggiunge il sentiero e mette le ali ai nostri scarponi!



Raggiungiamo gli altri nei pressi di Prà degli Angeli e ricompattiamo il gruppo. Rientriamo a Campogrosso, animato da diverse comitive di escursionisti.
Lo sguardo scende verso la pianura veneta imbrigliata nelle prime foschie d'autunno, mentre il cielo azzurro sopra di noi sembra strizzarci l'occhiolino per la bella giornata che ci siamo goduti!.

2 commenti:

Antonella ha detto...

un posto da scoprire questo angolo di dolomiti!

Nadia l'Alpingirl ha detto...

@Antonella:in effetti, grazie anche al fatto che non sono cime altissime, meritano attenzione, specialmente in questo periodo!