Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 2 luglio 2012

Toccata e fuga sul Brancot

Enrica lo sa...io pure...quando è libera si fa sentire lei. Ma non sempre, causa impegni o gite gia programmate, riusciamo a far qualcosa assieme. E questo è un periodo incasinato, tra corsi e gite sezionali ma mi dispiaceva non fare qualcosa con Enrica. Forse una piccola finestra...sabato mattina...




Sei ore di tempo! Tutto quello che ci è concesso prima del suo rientro al lavoro e prima della partenza di Luca per il Grossglockner.
Fissiamo la partenza alle 5:30 del mattino.....ora decisamente antelucana per il mio primo giorno di una agognata settimana di ferie!!! 
Chiampon o Brancot? L'arrivo di Caronte, l'anticiclone africano, ci fa optare per il sentiero nel bosco che sale al Brancot nella speranza che possa offrirci un po' di frescura durante la salita.
Dopo una quasi notte insonne (ma perchè non ho seguito il consiglio di Luca e non ho preso un sonnifero?), alle 5:20 sono gia di fronte a casa di Enrica che bella pronta sale felice in auto.
Un sonnacchioso Sole rosso ci accoglie alle porte di San Daniele e non posso non fermarmi un attimo a fargli una foto...tanto in giro non c'è nessuno! Passiamo Osoppo e attraversiamo "il puint di Braulins" raggiungendo poco dopo il piccolo paesino omonimo dove parcheggiamo in uno spiazzo sotto la torre del castello di Bragolino. 


Ci prepariamo in fretta e saliamo su per un bel sentiero gradinato nel bosco, a tratti lastricato, che ci porta al bivio con il sentiero che conduce all'antica e rossa chiesetta di San Michele, abbarbicata sotto una strapiombante parete di roccia. Da un piccolo belvedere osserviamo le case di Braulins illuminate dal Sole mattutino e mentre le campane suonano l'Ave Maria, lasciamo questo solitario angolino e riprendiamo il sentiero che dopo avere invertito rotta sale senza tregua nel bosco. 









Saliamo tranquille, senza premura, gli ottocento metri che ci separano dalla vetta, anche perchè il caldo si fa sentire parecchio e il sudore bagna fronte e vestiti! 



Oltrepassato il bivio per casera Fontana che percorreremo al ritorno, sbuchiamo finalmente in  una radura che ci offre una bella visuale sul corso del Tagliamento e sulla sottostante pianura, immersa in una cappa di umidità e foschia! Il prato è ricco di fiori e Orchidee di vari tipi e cavallette e grilli saltano a destra e sinistra disturbati dal nostro passaggio. 



Rientrate in un buio boschetto, sbuchiamo infine sul cupolotto finale, dove tra l'erba alta troviamo un paletto che ne segnala la cima. 


Tolti gli zaini curiosiamo un po' in giro e mentre Enrica osserva il panorama seguo per un po' i segnavia che conducono in un bel boschetto pulito e radici contorte. Un forte odore di bestiola e alcuni movimenti tra gli alberi e accendo la macchina fotografica pronta ad immortalarla! Un faccino bianco sbircia da dietro un albero e sbuffa ad ogni mio movimento: una pecora! 


Sporca e con la lana lunga...evidentemente scappata dal gregge si è poi persa! Mi abbasso e due occhioni tristi mi osservano guardinga, mentre piano piano si sposta e scappa lungo il sentiero che porta verso il Palantarins. La seguo per un po' di metri e poi ritorno da Enrica, che mi aspetta per una veloce merenda e un autoscatto. 



Ci godiamo il panorama e quel po' di arietta che appena agita le spighe davanti a noi e poi ci rimettiamo in cammino prendendo la deviazione per casera Fontana. 




Il percorso, dopo un breve tratto in rettilineo sembra interrompersi bruscamente, quasi fosse crollato! Invece scende bruscamente con alcuni gradini di roccia molto ripidi e scivolosi, per poi continuare, dopo un piccolo crocifisso, in uno stretto sentiero invaso dall'erba alta. 




Un successivo tratto in un verde tunnel boscoso e arriviamo alla piccola casera Fontana, costruita accanto ad un torrente. Ammiriamo la maestria del proprietario che, sapientemente è riuscito, con cemento e sassi, a creare una specie di giardino pensile attorno alla piccola costruzione, con vasche, canali di scolo, ponticelli, legnaia e pure un barbeque! Davvero un bel angolino immerso nel verde!





Ripreso il cammino, dopo un paio di incertezze ad alcuni bivi, arriviamo alla strada asfaltata che porta al cimitero di Braulins e da qui, ritorniamo facilmente all'auto. Fa un po' strano essere gia giù alle 11:15....ma come dice l'amico Gigetto: "a misdì, peis sot la taule!" (a mezzogiorno, piedi sotto il tavolo!).

2 commenti:

frivoloamilano ha detto...

Mattiniere!Forse è la tecnica migliore per andare in montagna di questi tempi.
ciao ;-)

Nadia l'Alpingirl ha detto...

Flavio...se si vuol fuggire al caldo è meglio!!!...anche se consiglio di salire una cima un po' più in alto..perchè Caronte regnava anche qui!!!
Ciaooo