Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 14 agosto 2013

Piani B e deviazioni: alla scoperta di nuovi angoli montani

Sabato mattina il meteo sembra molto peggio di quello che avevano previsto. Il cielo coperto e le strisciate che indicano che da qualche parte sta diluviando, fanno saltare il piano iniziale di salire il Nabois grande.
Raggiunta Diana a Gemona, decidiamo il da farsi davanti ad un caffè e alla fine cambiamo itinerario e optiamo per una traversata che avevo adocchiato recentemente, a Cima Sappada.
Il meteo qui sembra tenere più che dalle altre parti e la copertura di nuvole lascia libere anche le cime più alte. Parcheggiato presso la seggiovia del Siera, ci cambiamo, indossando felpetta e giubbotto: fa freddo e il termometro dell'auto segna 17°!!!



Notiamo da un cartello che il sovrastante rifugio è chiuso, perciò se inizia a piovere, li non troveremo riparo di certo! Ma siamo fiduciose e iniziamo a salire nel bosco umido dalle recenti piogge, tanto che ci dispiace non avere sottomano le ghette, perchè ci bagniamo per bene i pantaloni!
Sbucate sulla pista da sci, raggiungiamo il rifugio chiuso e dopo avere studiato un attimo la cartina, proseguiamo, salendo ancora un attimo lungo la pista da sci e prendendo poi il sentiero 321, che passando sotto la Cima Dieci ci porta con percorso sempre panoramico e vario a raggiungere i terrazzi del Pra Sartor, dove sotto una parete rocciosa è stata posta una Madonnina. 






Puntando verso la piramide del Geu, arriviamo ad una parete rocciosa, dove un cavetto corrimano, rende sicura la progressione lungo una cengia, all'inizio stretta ma poi comoda e panoramica, che aggira la parte finale della Cresta del Pettine e porta ad un bivio, dove incrociamo un gruppetto salito dalla Val Pesarina. 







Scambiamo un po' di chiacchiere e informazioni sul loro percorso e ci consigliano di risalire un po' lungo il loro sentiero e andare a vedere il bel vallone della Creta Forata. Li salutiamo e seguendo il loro consiglio, continuiamo sul 321 sbucando poco dopo nel bucolico verde vallone, punteggiato di larici e massi e circondato dai ghiaioni che scendono dalla Creta Forata, dal Creton di Tul, dal piccolo e grande Siera. 


Il posto merita una pausa e dopo uno sguardo alla cartina per individuare i vari percorsi possibili, optiamo per una visita alla forcella di Creta Forata, da cui è giunto il gruppetto appena incrociato. Risaliamo il vallone e dopo una breve serie di tornantini, raggiungiamo la ventosa e panoramica forcella! 



Dall'altro lato la boscosa Val Pesarina con l'omonimo torrente che scorre ai suoi piedi e più in là il Creton di Clap Grande, dove individuiamo il lontano rifugio De Gasperi. 


Facciamo una foto veloce veloce e ritorniamo giù di corsa nel vallone, al riparo dall'aria gelida che ci fa battere i denti. Arrivate al bivio con il sentiero per la Creta Forata, ci sediamo e pranziamo ammirando questo bell'angolo montano, assaporandone i silenzi....non per nulla passa di quà l'Alta Via dei Silenzi!
Una coppia di tedeschi ci raggiungono e partono su veloci verso la cima della Creta Forata: la tentazione di seguirli ci sarebbe, ma ci ferma l'incognita di come sarà la salita più in alto e la distanza, più di un ora e mezza sicura da dove ci troviamo. Rimpiango di non avere la guida dei monti di Sappada sotto mano, altrimenti almeno una puntatina al più vicino Creton di Tul l'avremmo fatta!
Sarà per un altra volta, intanto abbiamo perlustrato e la zona c'incuriosisce e ingolosisce non poco!
Scendiamo ora fino ad un altro bivio e seguiamo questa volta il sentiero 320 che passando sotto le pendici della Creta Forata ci porta nell'ampio pascolo di casera Geu Alta, ridotta a soli ruderi, dove però ci sorprende prima il fischio di una vicina marmotta, poi gli sguardi curiosi di una coppia di cavalli innamorati! Perchè tra loro solo tanti giochi e tante coccole che ci inteneriscono e ci fanno sorridere.






Studiamo la cartina e data la deviazione alla forcella, decidiamo con un po' di rammarico mio di tagliare fuori dal percorso casera Tuglia e scendere per il sentiero 320, che avevo letto anni fa essere attrezzato in alcuni punti. Ricordando con entusiasmo il precedente tratto nella cengia attrezzata, partiamo tranquille giù per il sentiero che all'inizio segue il letto secco del rio Geu, tra pietre e piccole pozze d'acqua limpida, per poi deviare e risalire un costone boscoso. 


Qui il sottobosco fa da padrone e la traccia bollinata s'intravede appena tra le erbe alte, ma ne raggiungiamo il culmine per poi scoprire che la discesa sarà a mò di Tarzan nella giungla, tanto è rigogliosa la vegetazione qui! Proseguiamo fiduciose di trovare i tratti attrezzati di cui ricordavo una foto, ma la discesa sarà lunga e lenta, per la ripidezza e il fondo viscido, che richiede moooolta cautela! 


E alla fine arriveremo al benedetto cavo che tanto sarebbe stato utile in certi infidi punti: lo seguiamo tenendolo ben stretto per non scivolare, percorrendo prima una cengetta erbosa in discesa, poi una paretina rocciosa ed infine un canalino che ci deposita di nuovo su sentiero pulito! 


Entrate nel boschetto successivo arriviamo finalmente al bivio che incrocia la mulattiera che porta a casera Tuglia. 


Tiriamo un sospiro di sollievo, felici di essere di nuovo su terreno stabile e mentre lo facciamo lo sguardo ci cade su una zona punteggiata di rosso, accanto al rio Geu ora ricco di acqua. E' incredibile la quantità di fragoline rosse che raccogliamo (e mangiucchiamo!) nella prossima ora: "oro rosso" lo battezzo!


Perlustriamo tutta la zona e alla fine, soddisfatte del nostro raccolto, proseguiamo verso Cima Sappada, seguendo la sterrata che ci riporterà al parcheggio.
Giusto in tempo per il sole di ritornare a fare capolino in un bel cielo azzurro!
Anche per oggi abbiamo dato....e ricevuto! Soddisfatte!  

6 commenti:

bruno ha detto...

Bel giretto e ti invidio sempre la voglia di muoversi anche se le previsioni non sono il massimo. Già che eri lì vicino peccato per non aver salito la Creta Forata ma lo farai col bel tempo. Non ricordo proprio nessuna difficoltà ed è davvero molto bello.

Nadia ha detto...

Ciao Bruno,non sapevamo bene come fosse la salita e se avesse difficoltà. Ci siamo accontentate di perlustrare la zona, poi si torna! ;)

montagne sottosopra ha detto...

abbiamo fatto lo stesso giro in senso inverso anni fa evitando il sentiero con i cavi perchè ce lo avevano sconsigliato. Passare per Malga Tuglia e Passo Geu è più lungo ma molto più remunerativo. Bello !

Nadia ha detto...

Il piano iniziale era quello di passare per la Tuglia,ma forse un po' per la deviazione alla forcella,un po' perchè la mia compagna odierna c'era già stata,un po' per il "brivido" di fare ancora tratti attrezzati,abbiamo deciso di tagliare per quel sentiero.E abbiamo deciso che lo consiglieremo ai nostri peggiori nemici! ;)

Via Normale ha detto...

piani B avventurosi ma ...fruttuosi

ciao

Nadia ha detto...

Ciao Flavio,infatti,sempre bello poi scoprire posti nuovi!