Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 28 ottobre 2015

Ritorno al Sengio Alto

Quattro anni fa percorrevo questi sentieri in solitaria: Luca e gli amici arrampicavano nel gruppo del Fumante mentre io mi avviavo in esplorazione di questi luoghi ancora a me sconosciuti. 
Quattro anni dopo ripercorro il sentiero del Sengio Alto assieme alle entusiaste Silvia e Diana!
Partite di buon mattino, "grazie" alle confuse indicazioni di un navigatore poco aggiornato, uscite a Schio, percorriamo la stradina che attraverso le Valli del Pasubio ci porta a Recoaro Terme e poi, finalmente, al rifugio Campogrosso dove pernotteremo e punto di partenza per le mete di questa due giorni.


Saluto mentalmente la Madonnina della Sisilla che dall'alto di uno sperone roccioso veglia sul passo di Campogrosso, mentre imbocchiamo il sentiero con segnavia 149 che in meno di un oretta ci porta al Passo di Gane, sotto la mole del monte Baffelan. Il cielo è terso e le temperature talmente gradevoli da farci rimanere in maniche corte! Solo nelle vallate sottostanti aleggia una suggestiva e fotogenica nebbiolina, per il resto lo sguardo spazia lontano, su cime e cime di cui vorremmo tanto conoscere i nomi! 



Seguiamo il sentiero 177 che in breve ci porta al successivo passo, quello del Baffelan, dove inizia la parte più suggestiva del percorso che sarà tutto un susseguirsi di gallerie, cenge e brevi tratti di sentiero di collegamento. 




Due tratti con catena richiedono tutta la nostra "serietà" e attenzione: quanta paura la volta scorsa, quanta soddisfazione nel vincerla e riuscire a passare oltre! Sarà per quello che questo percorso mi è sempre rimasto impresso! Il meteo allora non era granchè, faceva freddo, il Cornetto era avvolto nella nebbia e mi "aveva respinta", mettendomi in guardia con una scarica di sassi! 











Quando ne raggiungiamo la base presso la forcella del Cornetto, dopo aver oltrepassato il Passo delle Giare Bianche, il Passo dei Formigiari e quello degli Onari, posso finalmente guardare dove porta quella catena che la scorsa volta spariva nel grigiore della nebbia. Anche qui ci vuole attenzione a risalire il canale e posso capire perchè allora mi aveva "respinta". All'uscita del canale attrezzato un sentierino sale a tornantini, gira l'angolo e si perde un po': alcuni ragazzi sono indecisi su come proseguire, mentre salgo un facile canalino roccioso e "scopro"la continuazione del percorso dall'altro lato! Ancora un breve tratto esposto che sale in diagonale e siamo sulle roccette terminali che portano in cima al Cornetto! 





La croce ci accoglie in una giornata splendida, dal panorama vastissimo! Adamello, Brenta, Pasubio, Carega e chi ne ha più ne metta! Goduria per gli occhi!!! Salutiamo le altre persone salite quassù, ci facciamo scattare una foto di vetta e ci sediamo a festeggiare la salita e il compleanno di Diana... con una decina di giorni di ritardo... ma quanto è bello festeggiare su una cima??? 



Chi vede le candeline sulla "gubana" si stupisce ma poi si unisce felice agli auguri, mentre Diana soffia sulle fiammelle che a stento rimangono accese, colpa di una leggera brezzolina tiepida che non guasta sotto il caldo sole di oggi!!! 



Rimaniamo quassù per quasi due ore, tanto che, a parte una coppietta appartata, siamo sole! Non abbiamo premura di scendere, ma la curiosità sul sentiero che ho scelto per il nostro ritorno al passo di Campogrosso, ci rimette in moto. Mentre la scorsa volta avevo optato per la discesa verso est attraverso la Sella dell'Emmele e il sentiero della Loffa, questa volta, ritornati al passo degli Onari, imbocchiamo il sentiero d'Arroccamento Ovest con segnavia 176. Un cartello segnala la necessità del set da ferrata, cosa che già abbiamo negli zaini in "via preventiva"...il ricordo dei tratti attrezzati percorsi da sola me li aveva fatti ricordare brutti... così avevo suggerito di metterli nello zaino... in caso di necessità! L'incrocio, mentre scendiamo lungo il sentiero, con una ragazza che corre tranquilla in salita senza nessuna attrezzatura ci fa dubitare del cartello: se è passata lei così, passiamo anche noi! Attraversiamo un paio di brevi gallerie e scendiamo un canalone tra rocce e sfasciumi per poi risalire brevemente ad una selletta. 



Oltre questa, il sentiero si delinea con un bellissimo percorso in cengia intagliata nella roccia, passa poi attraverso altre gallerie ( in tutto saranno nove!), uscendo in un tratto attrezzato con cavo corrimano all'interno di una buia gola....tanto che sembra quasi la miniatura della famosa Strada degli Alpini sul Popera!!! 




Oltrepassato un esposto spigolo attrezzato con cavo, continuiamo lungo la cengia, ora larga, passando attraverso le ultime gallerie per poi arrivare alla Selletta Nord-Ovest, dove al bivio imbocchiamo il sentiero con segnavia 170 che ci riporta a "valle" presso la malga Boffetal. 




In piano, tra prati verdi e faggi colorati, costeggiamo tutta la mole del Sengio Alto e, pochi minuti prima di raggiungere il passo di Campogrosso deviamo in ripida salita verso il Caposaldo della Sisilla per un saluto alla Madonnina! 



Il sole pian piano tramonta dietro alla mole del gruppo Fumante-Carega e noi scendiamo verso il passo, questa volta attraverso un sentiero la cui parte finale si sdoppia: una parte scende tranquilla verso il rifugio con comodo sentierino, l'altra con una breve ferrata scende proprio sotto il paretone a picco della Sisilla. 



Potevamo esimerci di seguire anche questo ennesimo cavetto? Assolutamente no! Con quest'ultimo divertimento, raggiungiamo la falesia ai piedi della parete e da li in breve il rifugio Campogrosso. Una bella doccia e siamo pronte per l'abbondante cena e una bella chiacchierata con la coppia di Brescia che divide il tavolo con noi.


Fuori la luna splende quasi piena e attira gente verso il rifugio, mentre noi ci ritiriamo in stanza per la notte. Oggi è stata una giornata entusiasmante e domani ci aspetta il Carega!

Nessun commento: