Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

sabato 26 marzo 2016

Begunjščica

Al secondo tornante una bella transenna con spiaccicato sopra un divieto d'accesso. Oltre la barriera l'asfalto ricoperto di neve, solcato dai binari larghi degli sci. Salire da qui con gli sci non è male, si andrebbe pure veloci. Peccato che noi gli sci non li abbiamo e quindi la faccenda andrebbe per le lunghe... Niente da fare, oggi il Prisojnik non fa per noi.
C'è da decidere subito il da farsi... "e se andassimo a vedere un posto nuovo?" un laconico "si, va bene" da il via alle esplorazioni.
Percorriamo la valle della Sava fino a Ljubno per poi salire verso Ljubelj, nel cuore delle Karawanke.
Il parcheggio antistante il traforo del Loiblpass pullula di gente, chi con cjaspe, chi senza, chi alle prese con le pelli. Noi sistemiamo l'attrezzatura negli zaini, controllo artva e via. Verso pareti sconosciute.

Risaliamo i pendii nord della lunga dorsale della Begunjščica. L'occhio corre alle pareti, scrutandone le rughe incrostate di neve, cercando di riconoscere le linee indicate nella guida. Ed è appunto che togliendo lo zaino dalle spalle per prendere in mano la guida che scopriamo di essere più leggeri di qualche chilo.. le corde.. rimaste in auto....


"Va ben. Cumbinin". Roberto non si scompone e io non sono da meno. Faremo comunque qualcosa. Iniziamo a risalire il pendio, che passo dopo passo si fa più ripido, fino a puntare ad un evidente canalone che scende tortuoso dalla cresta.






Saliamo lungo il ramo principale, e mano a mano avanziamo, si aprono sui fianchi altri canali che salgono al limitare del cielo, incuriosendoci. Continuiamo a salire verso la parete che si para di fronte a noi, La neve scricchiola sotto i nostri passi e silenziosamente il pendio prende vigore e s'impenna. E' tempo di picche.





Tralasciamo il canale dello Smer Y e puntiamo ad una selletta alla nostra destra. La pendenza si fa via via maggiore, e gli ultimi cento metri, dalla sella alla cima, sono sui sessanta, settanta gradi. La neve è dura , anche se a tratti il manto è piuttosto sottile e le punte delle piccozze vanno a cercare qualche asperità della roccia da agganciare per progredire più velocemente.






Dopo aver salito quelli che sarebbero stati due bei tiri di corda (se le avessimo portate con noi) usciamo sulla lunga dorsale della Begunjščica, a poche decine di metri dalla vetta principale. Ora dobbiamo decidere da che parte scendere!


Optiamo per il canale sinistro dello Smer Y, fronte a valle e via- Decisi puntiamo verso il basso. superiamo disarrampicando un paio di tratti di ghiaccio vivo e in breve siamo alla biforcazione della Y.


Seicento metri più in basso vediamo il fondovalle e abbiamo poca voglia di scendere a piedi...


A volte basta lasciarsi andare...



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