Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 2 agosto 2016

Sulle verdi Cime di Campo

Qualcosa non quadra!
Non quadra il fatto che noi siamo su e il sentiero che dovremmo percorrere è giù!
Che ci fa laggiù?! E quello che stiamo percorrendo ci ricongiungerà con lui più avanti?
Intanto che Diana va a dare un occhiata un po' più in là, io e Barbara consultiamo cartina e Oruxmaps e la risposta non ci entusiasma!


Bisogna scendere e se proprio non vogliamo tornare indietro, l'unica opzione rimane il ghiaione sotto di noi, che non costituirebbe un gran problema, se tra lui e il sentiero non ci fosse un mare di mughi da attraversare!!!



Ma o di "rif o di raf" lo passeremo, magari nel punto un po' più corto...
"Santi mughi"!!! Guai se non ci fossero in certi punti impestati!!! Van così bene da afferrare e aiutarsi con i loro rami!!!
Ma oggi non ci sono punti impestati per cui chiedere il loro provvidenziale aiuto!!! Chiediamo loro solo di farci passare per raggiungere il sentiero giusto!!!
Sarà una dura lotta e solo grazie ad un arido torrentello che pian piano ci guida verso il basso, riusciremo a vincere questa battaglia, meritandoci a pieno titolo la medaglia d'onore di esperte ravanatrici!!!


Arrivate sulla "retta via", seguiamo il sentiero 726a che attraversa con dolci saliscendi la base delle verdi Cime di Campo, regalandoci tratti freschi nel bosco alternati a tratti aperti su prati fioriti: quante stelle alpine!!!!






Raggiungiamo i vasti prati di malga Campo...o ciò che ne resta.....e seguiamo alcuni provvidenziali paletti recentemente posizionati durante la manutenzione da parte del Cai Gemona che ci guidano verso le pendici delle Cime di Campo, zigzagando in su per poi traversare verso forcella Stiliza ovest.






Ci fermiamo, indecise se proseguire verso il Cadin o ritornare sui nostri passi e salire alla Cima di Campo: aver perso quarantacinque minuti a litigare con i mughi ci ha tolto la spinta iniziale e l'idea di scendere alla base del Cjadinut per poi risalire verso la cima del Cadin ci sembra ora poco allettante. 



Torniamo allora sui nostri passi e ritornate all'apice dei zigzag del sentiero, saliamo a caso i verdi ripidi prati che scendono dalle Cime di Campo, puntando alla vetta più alta, quotata 1762m.


Ne raggiungiamo l'apice, sorvolate dal volo dei Grifoni e dal saluto di qualche parapendio di passaggio....tutti leggiadri, spinti in alto da correnti invisibili agli occhi....ma non alle loro "ali".
Sono quasi invidiabili nella loro leggerezza, ma stare qui, sedute sull'erba, beandosi del panorama conquistato con le proprie gambe è tutta un altra cosa. 





Firmato il libro di vetta e fatto il solito autoscatto, pranziamo e ci rilassiamo per più di un ora. La foschia non fa vedere lontano, ma lo stesso è un gran belvedere!



Così com'è un bel assaporare la meritata birra a Casera Confin, al nostro ritorno ( dove scopriamo perchè abbiamo sbagliato al mattino!!!) con Ennio che ci intrattiene con racconti e descrizioni.
Ritorneremo... lungo la via il Lavara ha catturato il mio sguardo!!!!

2 commenti:

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

Ecco una delle prossime mete !

Nadia ha detto...

Approfitta ora che l'agriturismo è aperto e si può salire in auto!
Occhio alla partenza e a seguire la recinzione della malga e non il sentiero accanto alla tabella!
Buona scarpinata tra le stelle alpine!!!