Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

sabato 3 settembre 2016

Pal Piccolo, per sentieri di pace

Non è facile affrontare i sentieri che si inerpicano sul Pal Piccolo.  Tanto sono belli e interessanti, tanto sono pericolosi e pieni di insidie.
Non certo tecniche, la difficoltà si trova nel trovare la risposta giusta alla domanda del momento. Specie quando sali in quei luoghi, che hanno visto mattanze inumane, con un bambino che ti chiede "ma chi erano i buoni?" Buoni erano tutti quei poveri cristi quassù.
 I cattivi erano quei poveri diavoli seduti davanti a tavoli ingombri di carte geografiche a Londra, Torino, Vienna, Berlino e Parigi. Ma questo è difficile farlo comprendere ad un bambino di sette anni. 

Trovare la risposta giusta è difficile se non impossibile. 

La risposta bella, e quella che vorremmo essere quella vera, è quella che sono capaci di darti i bambini trasformando quelle opere tristi in un grande gioco in cui si spara. 
Ma per finta, con un bastoncino di legno, contro un nemico che non è cattivo, ma solo un compagno di gioco immaginario, come i soldatini di plastica che dopo essere caduti si rialzano per magia.
















Mentre il cielo si fa grigio e ci invita a scendere un'altra domanda "ma quassù sono morte tante persone?", si. Tantissime. Spesso senza sapere bene il perché del loro sacrificio.
"Allora era meglio se giocavano come i bambini".


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