Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 8 gennaio 2020

Sul Buttignan

Le case di Staligial ci accolgono silenziose e fredde. Il sole sfiora appena i loro tetti, mentre risaliamo la gradinata ricoperta di muschio, che ci porta nel suo piccolo centro. Immagino i bimbi di allora, le loro risate, mentre corrono su per quei gradini di pietra, di rientro dalla piccola scuola presso cui abbiamo lasciato l'auto. 


La vita non era sicuramente quella di adesso, ma i bambini si divertono con poco... o almeno lo facevano una volta. Abbandono quei pensieri per seguire Luca tra le case, alla ricerca di quei bolli rossi che dovrebbero portarci sulla cima che domina dall'alto il borgo. 





E si che l'amico Andrea me l'aveva pure scritto: il traliccio Nadia... il traliccio!!! Trovatolo, ci accorgiamo che non serviva neppure che passassimo tra le case... ma meglio così, perché ci saremmo persi la visita a questo bucolico borgo! Raggiungiamo una forcella da cui lo sguardo si getta nelle sottostanti acque del lago di Selva. 


Tutto è freddo è in ombra qui, ma basta alzarsi di poco e il sole finalmente ci abbraccia e riscalda. E come riscalda! Più ci alziamo, più togliamo strati al vestiario, tanto che a metà strada ci ritroviamo in maniche corte: ed è il due di gennaio!!! 




Il sentiero per il Buttignan non è certo un percorso per famiglie, ma leggendo le varie relazioni, pensavo peggio! La stretta traccia bollata a volte traversa su ripidi verdi, altre volte sale ripida nel bosco, per poi gettarsi in un canale roccioso, dove ometti e bolli guidano il viandante verso l'alto, trovando quella via che dal basso sembrava non esserci. 













Un ultimo pendio disseminato di erba secca e rocce ci deposita al cospetto della croce di vetta. Con le spalle riparate da un boschetto, lo sguardo spazia su tutta la vallata sottostante, fino al varco che svela la pianura. 






Alcuni paesini sonnecchiano nell'ombra gelida invernale, i loro camini fumanti tutto il giorno. In altri invece, più fortunati, infervorano lavori e si godono questo sole che tanto sa di primavera. 




Ci godiamo la cima con calma: la salita non ci ha impegnati per molto e mezzogiorno deve ancora suonare. Lo sguardo viaggia sulle vicine cime, la mente ne studia gli approcci, si valutano le distanze sulla cartina. 







La Val Tramontina riserva percorsi selvaggi e solitari e noi ne abbiamo visitato solo una piccola parte: i giri evidenziati sulla mia cartina ne sono testimoni. Compagnie e tempo permettendo, ritorneremo a farle visita, se non altro per il silenzio che vi regna. Per ora ci godiamo il Buttignan, prima di rientrare e gettarci nell'inverno di Campone e il suo piccolo mulino.







4 commenti:

maurizio ha detto...

bon di Nadia o sei mizio di Muec ai di dopmandati dula ca le la cime dal Buttignan e li cjasis di Staligial t a chjarte tabacco n o cjati mandi lòa me gnove mail a le (mizio1947@libero.it)mandi

Nadia ha detto...

Ciao Maurizio, il Buttignan è in Val Tramontina, proprio sopra il lago di Selva. Devi raggiungere Meduno, Chievolis e girare verso Ciarsuela, da qui arrivi fino alle case di Staligial.

ANDREA BRUNO ha detto...

Nadia dal sentiero scalinato che porta (o esce dal) al paese per il bosco, quando giri a dx verso la fontana c'è il muro di una casa (quella successiva se ricordo bene invece è il rudere) ben tenuta. Là si trova l'affresco che porta data 1681. Pensa quanta storia ...

Nadia ha detto...

Andrea, prossima volta che capito in zona guarderò con piacere!