Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 16 gennaio 2020

Col Mittol, Culisei, Col dei Mui e Col dei Piais... in giro per colli sopra Claut

"Le strade spianate preferisco lasciarle a chi è privo di fantasia e audacia. Io mi costruisco il sentiero e lì lascio le mie tracce." (Federicacaladea, Twitter)

Il cartello con la scritta sbiadita "Culisei" giace appoggiato ad un pino ancora in piedi.
Tutt'attorno, il passaggio della tempesta Vaia ha fatto un disastro! Alberi e pini giacciono accatastati uno sopra l'altro, lungo tutta la fascia che ci divide dalla nostra meta odierna. Mi guardo in giro sconsolata, alla ricerca di quella traccia che avrebbe dovuto condurci sulla verde dorsale che da anni avevo nella mia lista di esplorazioni da fare. 



L'avevo notata quella volta che, assieme a Gabriele, avevamo ripercorso l'anello del Col dei Piais, sopra le case di Claut. Dopo alcune ricerche sul web avevo trovato una relazione e un video che mi avevano ulteriormente incuriosita. Serviva solo l'occasione giusta!

Un piccolo varco tra tronchi e ramaglie tagliati da poco, ci dà quel minimo di coraggio per spingere me e Diana a dare un'occhiata nell'inferno intricato del post Vaia, alla ricerca di quello che era il sentiero per il Col Mittol. 


All'inizio i tagli ci sembrano più un modo come un altro per iniziare a ripulire il bosco, tanto che ad un certo punto, ci troviamo la via bloccata dall'ennesimo enorme pino rovesciato. La delusione mi fa quasi rinunciare, ma Diana spinge per andare ancora un po' avanti e, dopo esserci divise nell'intento di aggirare l'ostacolo, la mia scelta si rivela quella giusta, facendomi rinvenire il "solco" nel terreno, proprio poco oltre le fronde del grosso pino! 



"La fortuna aiuta gli audaci" dicono e, ricaricato l'entusiasmo e la grinta, iniziamo a seguire la traccia, saltando, strisciando, scavalcando, aggirando ramaglie, tronchi, radici e spuntoni, fino a superare il grosso della fascia boschiva divelta, iniziando a guadagnare quota, a strette svolte, lungo le ripide pendici del Col Mittol, che rappresenta la prima elevazione della lunga dorsale delle Pale de Cione. 







Dobbiamo scavalcare ancora qualche albero divelto, ma nulla in confronto a prima e, dopo un po', sbuchiamo finalmente sulla dorsale! Un ultimo pinetto giace steso sull'erba che ricopre il terreno, unica vittima quassù, dove il panorama si apre sulle magnifiche e selvagge dolomiti friulane! 


Il rumore delle acque del torrente Settimana ci raggiunge dal fondovalle e ci accompagna durante la risalita del primo ripido pendio che ci porta alla piccola cima del Col Mittol. 



(Le varie foto di vetta sono state scattate al rientro, scendendo)

Quel che rimane di un ometto giace sparso sull'erba: lo ricostruisco in fretta, mentre Diana mi raggiunge per continuare verso la prossima elevazione, il Culisei. 







Ne raggiungiamo l'apice e anche qui raddrizziamo l'ometto ribaltato, proseguendo poi verso la prossima meta: il Col dei Mui. 


 

Ci fermiamo qui, nonostante la forte tentazione di raggiungere anche la Cima dei Fagier, l'ultima di livello "facile", prima della Cima Valtremuoia. 



Come dice Diana, dobbiamo tenere un po' di forze per l'intricato rientro. Ci sediamo e ci godiamo il panorama, il sole e il pranzo in tranquillità, osservando l'andirivieni tra le vie di Claut, avvolto dall'ombra gelida proiettata dal Ressetum. 




Il rientro sarà mentalmente più facile, anche se fisicamente ci impegnerà come all'andata. Il rumore delle motoseghe ci rincuora del fatto che i lavori di pulizia vanno avanti e che in futuro sarà più facile tornare per concludere quanto lasciato in sospeso oggi. 


Ritornate al cartello, saliamo fino al Col dei Piais, per un veloce saluto e ringraziamento a San Gualberto e poi, con calma, rientriamo in Val Ciadula.




1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti x l'assiduità e per le informazioni. M Caldana