Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

venerdì 24 gennaio 2020

Un ripido monte Celant

Stava lì, nella lista delle gite a "ovest". 
Un "ovest" entrato negli interessi dell'amica Barbara, dopo tante gite a nord-est.
Zone nuove da scoprire per lei, da finire di esplorare per me, sempre propensa a muovermi in zone poco frequentate e solitarie. La Val Tramontina è una di queste, forse perché preceduta dalla nomea di zona infestata dalle zecche, ma che in inverni magri di neve, non costituiscono questo gran problema. Tanto ormai le zecche stanno dappertutto e con il freddo son tranquille! 



E qua ci sono parecchie zone ancora da scoprire per noi. Perciò mercoledì, nonostante i tempi limitati, troviamo lo stesso una meta abbordabile: il monte Celant dalla località Zanon fa al caso nostro.
Ritrovo a Dignano con Diana e Barbara... e poi via, passando Sequals e Meduno, per infilarci in quella valle già visitata in passato e che ultimamente mi ha visto percorrere il Mullon, il Buttignan e la Strada da lis Fornas a Tramonti di Sopra. Seguiamo il torrente Chiarzò fino a Campone per poi girare verso le case di Sghittosa e Zanon, dove parcheggiamo davanti ad una stalla. I cartelli, posti accanto ad una casa, ci indicano la nostra meta puntando verso il bosco retrostante, oltre una rete metallica che sbarra il passaggio. Cercato ovunque un punto libero, non ci resta che scavalcare alla bene meglio la recinzione e iniziare a seguire i segnavia che, in men che non si dica, puntano semplicemente verso l'alto, albero dopo albero, diritti e ripidamente in su! 




Unico vantaggio, tra sbuffi e soste, si sta poco a fare dislivello! E così, con buone tempistiche, raggiungiamo la dorsale, alberata a tratti verso nord, aperta verso sud, cosa che ci consente splendide vedute sulla dorsale del Raut, sul Valinis-Ciaurlec davanti a noi, per poi gettare uno sguardo sulla foschia che aleggia sulla pianura, proprio là, tra Ciaurlec e monte Pala, dove spicca il campanile di Clauzetto. 













La cima del Celant ci accoglie sotto il caldo sole che precede il mezzogiorno: un ometto con piccola croce e un cartello riportante nome e quota precedono un pulpito erboso dove sederci a gustare pranzo e vista. 







E dopo le foto di rito si scende, ripidamente in giù, con i ramponcini che mordono l'erba insidiosa, che ci riporteranno a valle velocemente, questa volta senza sbuffare! Per le quindici siamo già a Dignano, con un altra cima da depennare dalla lunga lista di mete da salire!  

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