Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 25 giugno 2008

Suona il silenzio per il Sergente nella neve

"Sono tornato vivo da una guerra.

Ho avuto una buona moglie e bravi figli.

Ho scritto libri.

Ho fatto legna.

Me basta e vanza.

'Desso posso morir in pase"


Questo è l'epitaffio che ha lasciato per se andandosene Mario Rigoni Stern, la scorsa settimana.

Un mesto dolore mi tocca. Dopo aver letto il "Sergente nella neve", dopo aver ascoltato i ricordi di mio zio Ugo, caporale compagno di Mario in quell'inferno bianco, immortalato con lui in una foto del libro, mi manca quest'uomo, anche se lo conoscevo solo per aver sentito e letto la sua storia e i suoi libri.

Una mente come la sua probabilmente non ce la siamo meritata, vide prima di altri il degrado morale del paese e lo colpì con la sua saggezza.

Lascia quel vuoto incolmabile (non è retorica) che i grandi vecchi lasciano.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

un'altre bella persona se n'è andata. a noi chi resta?
prodi, berlusconi, veltroni, ferrara, bocca, travaglio... AIuto!
tutti con belle parole e tanta voglia di sputtanarsi l'un l'altro,ma in concreto non son capaci nenche di un consiglio saggio o di una parola di conforto

Anonimo ha detto...

un grande vecchio!
hai detto una grande verità.
abbiamo molta gente che si spaccia o viene spacciata per grande mente, ma in realtà sono solo servi del padrone del momento (da biagi a santoro, da ferrara a travaglio .
lui era grande e silenzioso. parole dosate e giuste,
un alpino, un uomo.

Anonimo ha detto...

tu as resòn, no è retoriche, a è veretat. Un grand'uomo ed un signore. motlissimi giovani hanno ds imparare da uomini come lui. il suo epitaffio dice tutto