Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 6 ottobre 2008

Astinenza da montagna: sogno o realtà?

Mi sveglio di soprassalto sentendo un urlo provenire dalla camera a fianco, dove dorme Nic, mi precipito nel cuore della notte con Nadia a vedere cosa sta succedendo: accendo la luce e vediamo un tarantolato Nicholas che si dimena violentemente tra le coperte con la bava alla bocca:
"PORTATEMI IN MONTAGNA! SUBITO! NE SENTO IL BISOGNO! NE SENTO IL BISOGNO!"
Si! Si! Che gioia! finalmente il sacro fuoco dell'alpinismo ha acceso il suo cuore!!!!


***
"Luca.. son le sei e dieci.. fra un pò è ora di svegliarci.." Ma che dici Nadia? Svegliarci? Mah allora cos'era? Un sogno? Apro gli occhi: buio! Si era solo un bel sogno!
Esco dal letto per vestirmi, andando in bagno butto l'occhio nella penombra della camera di Nic.. silenzio.. sta dormendo. Saranno passati i pompieri a spegnere il sacro fuoco dell'alpinismo!
Dopo averlo svegliato con il solito assalto, vado in cucina, dove latte e the si stanno già scaldando sui fornelli. Con Marco e gli altri l'appuntamento è per le otto e un quarto a Gemona, ma prima dobbiamo andare a sfamare le ruspanti galline di Pozzecco, visto che i suoceri si son dati una botta di vita e sono sull'isola d'Elba.
Dopo aver inutilmente visitato i beccotanti volatili (Paola aveva già provveduto a rifornirli per i prossimi due anni) partiamo alla volta di Gemona, dove la solita arietta e cinque gradi sopra lo zero ci accolgono! Arrivano Marco e Giovanna con due nuovi amici, Elena e Giovanni. Reduci da una nottatta travagliata dopo un cena alla festa della patata, hanno rinunciato a un migliaio di metri di dislivello per unirsi a noi in una gita più tranquilla, pensata per il Nicolino, in astinenza (?!?) di montagna e dislivello da più di un mese. Per la sua felicità!
Dirigiamo verso il canale di Gorto e deviamo per la Val Pesarina. La nostra meta è il ricovero Entralais, e se ce ne sarà la voglia, il passo di Entralais.
Imbocchiamo una stretta stradina poco prima che finisca l'abitato di Pesariis: chissa cosa penseranno Marco e Giovanna dopo l'esperienza sulla viabilità alpina austriaca di fine agosto!!
Parcheggiamo all'imbocco del sentiero. "Su per la???" esclama qualcuno vedendo la prima rampa del sentiero. "Pare di si!"

Iniziamo la salita lungo il sentiero che taglia il fiato di tutti, tranne quello di Nicholas, che in Giovanna ha trovato una buona compagna di conversazione, e in breve raggiungiamo di nuovo la strada, evitando un paio di tornanti. Proseguiamo per essa, finche poco prima che finisca, sulla destra non troviamo il sentiero che inizia a salire nel bosco.
Entriamo nel bosco misto di faggi e larici e seguiamo un'evidente traccia che sale verso destra, ben presto i segnavia biancorossi non ci sono ma la traccia prosegue evidente nonostante il fogliame che la ricopre, ma Nadia ricorda di aver letto che i segnali sono assenti nel primo tratto. Arriviamo su un piccolo pulpito da cui parte una cresta boscosa che del sentiero non c'è traccia. Guardiamo la cartina: siamo nei pressi di un rudere, sulla cartina ne era segnalato uno all'imbocco del sentiero. "Che facciamo torniamo indietro?" dice Giovanni e subito Nic "Si!, finalmente uno che ha la mia stessa opinione!" "Guarda che torniamo indietro per cercare il sentiero e andar su!" risponde Giovanni, lasciando basito il povero Nic. Dopo una consultazione incrociata cartina-gps-altimetro decidiamo di salire il costone roccioso e poi tagliare a sinistra in quota raggiungendo il sentiero. Saliamo per il ripido sottobosco ed ad un certo punto giungiamo nei pressi degli stavoli La Ret. Sulla cartina è segnato un vecchio sentiero che sale nel bosco fino ad incontrare il sentiero 229 che sale a Entralais! Bingo! Sebbene poco usato il sentiero è evidente nel bosco e a parte un paio di punti interrogativi, riusciamo a trovare il sentiero giusto!La puntata di Sentieri Avventura è finita, c'incamminiamo sul sentiero e caliamo nel solito tran-tran escursionistico della domenica.

"Certo che il sentiero-avventura era meglio!" obbietta qualcuno.. In effetti il sentiero "ufficiale" sale deciso e guadagnamo rapidamente quota. Gli scorci che si aprono sulla Val Pesarina sono stupendi: sotto l'azzurro del cielo il verde dei boschi si macchia quà e là del giallo e del rosso dell'autunno. Fra un paio di settimane esploderà l'autunno in tutti i suoi colori.
Continuiamo a salire e dopo un pò intravediamo dal fitto del bosco il tetto del ricovero, giusto sotto la Creta di Fuina.

Usciamo in quelli che erano i pascoli della vecchia casera e ci fanno da corona la Creta Forata, il Monte Cimon, il passo Geu Alto e la Cresta della Fuina. Il bivacco è attorniato da alte erbe: è una costruzione semplice, un monolocale con il sottotetto adibito a dormitorio. L'interno è spartano, ma comunque dotato di stufetta e tavolo con panche, è evidente che i lavori di ristrutturazione sono ancora in corso, come capiamo anche dal libro del rifugio.
Portiamo le panche al sole e ci riposiamo un attimo prima di ripartire. Il Passo di Entralais sembra sopra di noi. "Quanto c'è di dislivello?" Mi par di ricordare che siano quattrocento metri circa, ma una lettura della cartina aggiunge abbondanti duecento metri ai miei ricordi; ormai è mezzogiorno e il languore e il caldo sole che fa sentire la sua presenza sulla pelle ci invita a prender posto sulle panche fuori dal rifugio per godere del panorama, e dar soddisfazione al palato e alla vista.

Tra un tè al rhum e un pezzo di cioccolato il tempo passa, chiacchierando del più e del meno. Chissà Chiara e gli altri che tempo hanno avuto sul Cjavals, si vedono grossi nuvoloni da quelle parti. Ormai si fa tempo di alzarci e di intraprendere il ritorno. In discesa il sentiero rivela la sua ripidezza e perdiamo velocemente quota, fino a rientrare nelle tiepide ombre del bosco. La luce che filtra, l'azzurro del cielo e i colori caldi delle foglie regalano scatti da incorniciare e rubano a chi percorre questi luoghi espressioni di compiacimento nel godere di tali colori. Giungiamo alla strada che avevamo lasciato nella mattina qualche decina di metri più a monte dell'imbocco del sentiero. Mmhh... mistero! Boh, ormai il giro l'abbiam fatto lo stesso e ne siam contenti. Proseguiamo lungo la strada, tralasciando la scorciatoia attraverso il bosco, e con passo tranquillo torniamo alle auto.

Scendiamo a Pesariis per una birretta in compagnia e l'oste che ci si para davanti sembra aver combattuto molte guerre... e patite molte ferite... e anche molta sete! Assaggiamo il famoso pane salterino di Pesariis (...) accompagnato da una gustosa (e ferma) fetta di salame. Al momento di pagare dell'oste combattente non c'è traccia, per fortuna c'è un suo collega ... più equilibrato!!
Il sole scende dietro il Vinadia e noi torniamo in pianura.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

inizia la stagione che più mi piace. domenica sono andato su al sestriere, e verso il basso si vedevano i boschi multicolori sotto un bel cielo terso e freddo!!
bellissimo

Anonimo ha detto...

mi fasees muri quant che o lei ce ch'o scrivees!
anche il sogno adesso!! ah ah
che coppia di mattarans

Anonimo ha detto...

vi ho battuto! ci son stat a primavera inoltrata con le fioriture. magnifico. volevo salire al passo ma era lunga con la famigliola. ci siam fermati all'inizio del vallone di entralais. un 200m sopra il ricovero. bello!

Anonimo ha detto...

certo che un giorno devo venire atrovarvi in friuli... mi incuriosite con i vostri racconti.
ricambio facendovi da guida in grigne, resegone ok?

Anonimo ha detto...

ma se vi siete persi voi e i SuiMonti io va a finire che vengo fuori a sappada! ah ah, dai capita, è bella l'avventuras

Anonimo ha detto...

Quoto per carlo. Anche per me l'autunno è il periodo migliore: giornate limpide, colori accesi, il sole tiepido, foto meravigliose.... e tanta buona compagnia! Grazie ragazzi!


p.s.: "festa della patata".... che viveurs che sembriamo!

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

Mandi giovins
spero che si sia trattato della patata giusta tanto per far festa.
se no non giustifico.
Pensa tu questi baldi giovani persi su per i monti per colpa di una patata.
Ah! Ah!

Mandi Luca
"montagne sottosopra"