Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

sabato 6 settembre 2014

Cellonschulter, Draublick e Pirknerklamm

Pronti a partire il cielo grigio inizia a intrufolarsi nei nostri programmi, grigie schiere salgono alla Creta di Collina, oscurandone la vista. Il dubbio si insinua, e complice una sera di festa trascorsa in allegra compagnia decidiamo per qualcosa di più fisico, ma con tempistiche più brevi.
Ormai quando usciamo ci portiamo dietro un pò di tutto e per tutte le evenienze. Con questa estate pazzerella si deve essere pronti a repentini cambi di programma e cosi dall'auto escono imbraghi e set da ferrata e ci dirigiamo verso il valico.
Pochi minuti e siamo all'attacco della Oberst Gressel allo Schulter del Cellon. La ferrata si innalza lungo le placche dell'avancorpo della Creta di Collinetta, con atletismo tipico del moderno stile di pensare le ferrate oltralpe.












Usciti sullo Schulter seguiamo il sentiero in direzione della galleria di guerra, per far rientro al passo.
Una volta scesi ci mettiamo in auto alla volta di Oberdrauburg, dove, parcheggiata l'auto, percorriamo le stradine del paese fino alla Chiesa, alle cui spalle sale la Draublick.
Breve e divertente ferrata con un caratteristico passaggio su reti di corda a strapiombo sulla valle della Drava.








Da Oberdrauburg ci spostiamo a Pirkach, pochi chilometri a ovest. Qui l'ultima tappa della nostra giornata "via cavo".
Percorriamo il sentiero che si inoltra nel fitto del bosco e ci porta a quel che resta di un vecchio mulino, all'ingresso della forra.
Le pietre umide richiedono la dovuta attenzione e l'acqua in sospensione imperla il viso di minuscole gocce.
Superati alcuni grossi massi con qualche passaggio atletico, arriviamo ai due ponti sospesi: l'acqua urla violenta mentre scende verso valle. Superati i due ponti, un esposto traverso porta a un grosso masso su cui è posta la cassetta con il libro di via, che però non c'è: al suo posto un foglio di carta umido e fitto di firme, in cui a fatica si trova un posticino per lasciar traccia della nostra visita.









Nadia è rimasta indietro, e ripercorro a ritroso la ferrata per raggiungerla e far rientro lungo il sentiero di servizio ai mulini, che scende costeggiando le vecchie canalette ricavate da tronchi d'albero.

Nessun commento: