Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

venerdì 15 agosto 2008

Brentari - Caldenave

Dopo aver fatto vergognare Nadia per la razzia di Gran Turchese nel tavolo vicino i suoi due uomini son pronti a partire.
Salutiamo i ragazzi del rifugio e ci lasciamo con la promessa di una futura visita per arrampicare sul granito della cima d'Asta.
La giornata non si presenta magnifica, il cielo è coperto, e se da un lato ci si rallegra perchè non cuoceremo sotto il sole, dall'altro temiamo che non potremo goderci appieno il panorama. Dal rifugio in breve raggiungiamo il Passo di Socede: da qui il sentiero scende deciso nel Vallone Occidentale, passando sotto la Punta Socede e la Cima Tellina, fino a raggiungere il bivio di quota 1990 per salire verso la forcella Magna. Dalla forcella in breve si raggiunge l'omonimo laghetto, di un verde impenetrabile in questa giornata grigio fumo.
Le nebbie ci avvolgono lungo il sentiero e sopra di noi sfilano in incognito le cime del Cengello e del Monte Fumo ( Fumo??? Che è' una presa in giro?). Il paesaggio e spettrale e le forme della roccia appaiono grottesche, ad un tratto passiamo ai piedi di uno gnomo ghignante ma benevolo, che ci accompagna lungo la svolta sotto la Tombola Nera, e ci lascia proseguire verso le Buse Todesche.
Il cielo ancora ci avvolge e ci nega il panorama mentre arriviamo alla forcella, dove ci fermiamo a mangiare qualcosa, cogliendo l'occasione per curiosare tra le postazioni risalenti alla Grande Guerra, che anche qui ha lasciato traccia del suo triste passaggio con consistenti opere di trinceramento.
Durante tutta la mattinata abbiamo incontrato solo sei persone che percorrevano il sentiero in senso inverso: tutta un'altra dimensione rispetto alle vicine e affollate Dolomiti d'agosto. qui quasi si sente il bisogno di incontrare qualcuno lungo il cammino.
Inizia la discesa verso i laghi della Val d'Inferno, ma prima deviamo per l'oasi tranquilla del lago di Nassere, altro piccolo smeraldo incastonato nel granito.
Passiamo nei pressi del Baito Lastei e scendiamo nel bosco in cui sono incastonati i laghetti infernali, ormai siamo vicino alla meta di oggi.
Risaliamo brevemente un costone boscoso prima di calare verso il Rivo di Caserine e raggiungere la Malga di Caldenave, dove Elio, il padrone di casa, ci accoglie con una gentilezza che, al giorno d'oggi, è difficile immaginare. Il piccolo rifugio è racchiuso in una magnifica conca verde con i cavalli al pascolo, le galline che girano a "beccottare" tra i fili d'erba.
Mentre un cartello avvisa il viandante con la scritta "attenzione galline al lavoro" ci accoglie la padrona di casa: Thelma, una femmina di labrador, che come dice Elio, si gode una bella pensione dopo dodici anni di intensa attività in montagna!
Sistemate le nostre cose ci rilassiamo sul terrazzo del rifugio e ci concediamo un giro di bionde prima di cena.
Il cielo è sempre grigio sopra di noi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vedo con piacere che anche voi vi siete trovati bene al Caldenave