Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 10 novembre 2015

Uno sconosciuto Jof!

Nascoste nei luoghi più remoti, difficilmente accessibili, le cime sconosciute sono uno dei più affascinanti misteri della montagna. Qualche volta chiamano ma nessuno le sente. Messe in ombra da montagne alla moda, famose e frequentate, le neglette aspettano nel buio dell'oblio. Integre, belle, solitarie, balzano da boschi vergini e vegetazione intricata. Mai mano d'uomo ha carezzato la loro pelle. E loro sono là che aspettano. Aspettano che succeda.
(da "I misteri della montagna" di Mauro Corona)

Lo Jof di Avasinis di sicuro non è una montagna sconosciuta, almeno per gli abitanti della zona. Ma per me e Barbara che ne ignoravamo l'esistenza è come se lo fosse! Non è nemmeno solitaria, ne tanto meno inviolata, ma di sicuro passa inosservata se paragonata ai più famosi dirimpettai Cuar, Tre Corni, San Simone, Piciat!


Notata per caso mentre evidenziavo i percorsi già fatti sulla nuova cartina Tabacco, dopo una veloce ricerca sul web, la inserisco tra le proposte per l'indomani, un mercoledì da "toccata e fuga" viste le poche ore a disposizione! Barbara accetta al volo, anche perchè lo Jof sembra veramente "chiamarci", facendosi notare pure in una foto di vetta postata sulla pagina facebook del blog "Alesso e Dintorni"!!! Non possiamo non rispondere al suo richiamo!!!
Mercoledì mattina arriviamo ad Avasinis e, individuato il punto di partenza del sentiero presso la latteria, seguiamo la freccia rossa sul muretto e iniziamo il nostro cammino.


Bollini rossi indicano la via, risalendo su sentiero gradinato, fino a raggiungere un pianoro erboso dove sorge una cappella votiva da cui si gode una bella vista sui tetti di Avasinis.



Il cielo sopra di noi è azzurro e le temperature talmente miti da star bene anche in maniche corte! Continuiamo a salire e dopo una inaspettata cengia erbosa entriamo in un boschetto e passiamo sul lato nord, ombroso, umido e ripido.




Pali dell'alta tensione bollinati ci indicano di risalire ripidamente verso la dorsale ormai vicina e soleggiata. Destreggiandoci tra i pini che la ricoprono, ne seguiamo l'andamento e dopo un breve tratto aperto, con alcuni saliscendi ne raggiungiamo il termine, presso un piccolo balcone panoramico.





Ci sediamo qui, a goderci il sole con calma, studiando i dintorni, programmando le prossime "toccate e fuga" in questa zona.  Dopo una buona ora di pausa e una foto con un settanta improvvisato per l'iniziativa del Cai Artegna, ritorniamo sui nostri passi e scendiamo per un tratturo alla strada che porta al Cuel di Forchia.



Imboccate alcune scorciatoie, passiamo davanti ad una cappelletta dedicata a Sant' Antonio e scendiamo di nuovo ad Avasinis.
Questo Jof non sarà una grande cima, ma oggi era quello che ci serviva, per "sollevarci" da terra e guardare giù, verso il mondo che ci aspetta.  

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