Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 14 agosto 2008

All'alba sulla Cima d'Asta

La sveglia suona alle cinque, e un leggero "ma chi me lo fa fare" attraversa la mente ancora nel dormiveglia. Poi con uno sforzo che al momento sembra immane ci alziamo in una sinfonia di cigolii del letto a castello. Un leggero bacio a Nicholas che resta a dormire e poi scendiamo con lo zaino al piano terra.
Ancora mezzi addormentati calziamo gli scarponi e usciamo nella frescura mattutina.

Il cielo è ancora scuro sopra di noi ma sembra sereno.

Seguiamo la traccia tra le rocce che ci porta ai 2680 metri della Forzeleta e davanti a noi si staglia nera contro il blu dell'alba la mole della Cima d'Asta.

Scendiamo nella fioca luce del sorgere del giorno lungo il sentiero attrezzato che ci porta nel Vallone di Cima d'Asta e iniziamo a risalire il pendio detritico sotto il Passo dei Diavoli, in direzione della cima.

In prossimità della vetta il sentiero sale con ampi zig zag tra le rocce, portandoci dolcemente alla doppia croce.

La vista si apre sulla Val Malene e sul rifugio ancora addormentato, poco sotto la cima sta il bivacco Cavinato, e verso est, nella luce dell'alba si indovinano i profili della Marmolada, del Sella e delle Tofane, semicoperti dalle nuvole.

Un vento gelido spazza la cima. Sono le sei e mezza del mattino. Ci fermiamo giusto il tempo di firmare il libro di vetta e di fare un paio di foto.

Ritorniamo velocemente sui nostri passi e scendiamo nel vallone.

Poco sotto la Forzeleta incontriamo il duo flautista del rifugio "m'avè fregà! a che ora se partii?"

"Prima!" è la laconica risposta.

Arriviamo al rifugio poco prima delle otto e un corruciato Nicolino ci aspetta sulla porta della camera a braccia conserte "Siete in ritardo!!!"

Sistemiamo gli zaini e scendiamo in sala da pranzo per la colazione, accolti dai due giovani gestori.

La giornata è ancora lunga.

1 commento:

Anonimo ha detto...

foto molto belle cayo. vedo che le levatacce allìalpinauta piacciono ancora dopotutto!
mi associo ai complimenti all'alpinboy del commento sopra!. chissa cosa vi siete fermati a fare sulla cima che l'avete fatto aspettare