Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 2 settembre 2008

Alpinauti Sui Monti - Parte terza

Il sorgere del sole ci coglie in... bagno!
Qualche fortunato il sorgere del sole lo gode da... Si! Proprio da li!
Scendo velocemente dalla camera per immortalare l'aurora e già trovo Daniele e Nadia intenti a scattare!
Bellissimo.


Il rifugio è sonnacchioso, anche il resto degli ospiti pare non aver fretta di partire. Il papà di Chiara è indeciso sul da farsi: salire con noi o proseguire per la Lienzer Hutte?
"Eh si! in effetti quasi 800 metri in salita e poi 1700 in discesa son tanti.. andrò con Enzo e Maria!"
E così uno sconsolato Ettore ci saluta mentre saliamo verso la cima del Petzeck. Forse a molti può sembrare una frase senza molto significato, se non fosse che Ettore ha 84 anni e il giorno prima è salito con noi al nostro ritmo (quello dei trennt'anni) senza problemi!
Facciamo colazione alla spicciolata e alle otto siam tutti pronti davanti al rifugio.
Il sentiero sale con svolte decise di un centinaio di metri per poi iniziare un lungo traverso verso nordest, con qualche tratto esposto assicurato con funi. La vista si apre davanti ad un mare di nuvole che copre tutto il fondovalle e le cime sbucano come denti aguzzi dalla coperta di nubi! Il cielo è tersissimo, infinitamente blu. Scendiamo verso una dorsale verde smeraldo puntellata di varie e strane conformazioni rocciose, per poi risalirla verso i pendii detritici in un ambiente sospeso tra le tranquillità lunari dei ghiaioni e l'inferno dantesco delle cime.


Risaliamo un costone che ci porta velocemente verso una cresta larga e piatta che chiude ad ovest il relitto glaciale del Petzeck: ed ecco che la cima ci si para davanti con la sua grande e splendente croce d'acciaio, eretta dal Club Alpino Olandese (Si! Esiste! Ma saliranno sulle dighe??).

Arriviamo in cima verso le undici e... WUNDERBAR!!!
I Tauri si parano davanti a noi in tutta la loro maestosità: il Gross Venediger, il Gross Glockner, il Sonnblick a nord della cima , mentre a sud, spuntano dalle nuvole le Lienzer Dolomiten, e più lontano il Cogliàns e la Chianevate, il Montasio e il Fuart, ancora più indietro si riconoscono le sagome del Tricorno e del Mangart. Una visione che si può ben definire paradisiaca.
E un pensiero comune vola verso chi non è dei nostri, ringraziandolo di averci risparmiato la pioggia!! (Povero De Ronch! Ma quanto mai ti avranno fischiato le orecchie??)
Pian piano la cima si svuota e restiamo soli a godercela. Le pareti a nord appaiono dirupate e verticali, cupe nell'ombra precipitano per qualche centinaio di metri verso la Gradental.

Si fa mezzogiorno e a malincuore iniziamo a scendere verso il rifugio, con una giornata così si resterebbe volentieri in cima fino al tramonto, ma il ritorno è lungo, e quindi torniamo sui nostri passi.

Le nuvole che occupavano il fondo valle iniziano a sfilacciarsi in alto verso il sole, creando suggestive quinte eteree che ci scorrono sopra le teste mentre raggiungiamo il rifugio.
"E adesso una birra ci sta di sicuro!" Sentenzia Gianni!
Il rifugio ha ancora l'aria sonnacchiosa, il tepore del pomeriggio concilia la pennicchella, e anche la valchiria abbozza un sorriso mentre usciamo.
Vista l'ora e i piedi di qualcuno decidiamo di scendere direttamente alle auto, tralasciando il passaggio alla Lienzer Hutte. Lungo il sentiero siamo avvolti dalle nostre chiacchiere e dalla convinzione di aver goduto di una delle più belle giornate di questa estate.
Sicuramente una delle più belle, impreziosita da tre nuovi amici.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Wunderbar!!! Che weekend ragazzi!!
Il Wangenitze-see bellissimo, raggiungere la cima del Petzeck superbo, ma la conquista più bella è aver conosciuto voi. Grazie

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

Ciao Alpinauta. Che cari ragazzi. Impegnati in altre evoluzioni abbiamo declinato l'invito. E poi noi siam vecchietti e ci volevano almeno tre giorni. Poi pensa che dolore magari prendersi la pioggia con la corrente elettrica attaccata.
Che storie son queste di nuvole fantozzianee orecchie che fischiano? Intanto per incominciare adesso che ho passato la macchinetta sui capelli le mie orecchie sembrano ancora più grandi e fanno da antenna ma non fischiano, mi proteggono dai fulmini. e poi assomigliano a Spok di startrek e la parola trek mi sta bene perchè rispecchia il mio modo attuale di andar per monti. E le nuvole è vero che spesso ci seguono ma la probabilità aumentano perchè andiamo sempre anche quando fa brutto. Meglio bagnati in montagna che a casa sul divano. Ecco adesso ho detto anche la mia. Comunque ho visto le tue foto e un pò di quelle di Marco ed è proprio un bel posto con magnifica ambientazione. Bravi

Anonimo ha detto...

e per finire la telenovela (o webnovela) dico la mia anche qui!
bellissima cima! e voi avete un culo della madonna ad aver avuto uno giornata così

Anonimo ha detto...

be - lli - ssi - mo !!!!
e voi i soliti simpaticoni, che bello l'incontro con sui monti, altro bel sito

Anonimo ha detto...

nin faccio come carlo perchè son pigra e firmo solo qui. bellisiimo giro e bellissime foto! una giornata grandiosa, nuove amicizie! che volete di più! non certo un lucano...

Anonimo ha detto...

E' stato uno di quei week-end che non si dimentica e resta nel cuore... grazie fruts!

Anonimo ha detto...

bellisssimissimo! ci voglio andare anch'io!!! tanto ho visto che non è lontano