Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 1 settembre 2008

Alpinauti Sui Monti - Parte Prima

"Bundì Alpin! i miei sogni di conquista si son infranti ieri mattina contro un'auto. Niente di grave, solo due grandi botte e niente di rotto! Mandi a quando sarò nuovo!"
E così il Duca degli Abruzzi comunicava la sua defezione alla spedizione sui Tauri.
Povero Loi! Andare al lavoro è pericoloso!!!
Meglio, e più sicuro, andare in montagna!!
Ed è quello che abbiamo fatto!!
Alle otto di sabato mattina un Presidente già preoccupato ci attende in Piazza Giardini: "Pensavo di aver sbagliato orario! Non vedevo nessuno!", mentre lo rassicuro ecco che arrivano Chiara e suo papà! Ok! I codroipesi ci sono tutti!
Puntiamo su Gemona, dove al Fungo ci aspettano Ilaria e i suoi tanti alias e Marco con Giovanna e Daniele.
Marco e Giovanna! Dopo tante idee e impressioni sull'andare in montagna attraverso la rete, finalmente ci conosciamo di persona: Alpinauti-SuiMonti: La prima gita assieme!
Epico!
"Mistico!!!", direbbe Nicholas, dal suo buen retiro nelle campagne di Pozzecco!
Mancherebbe un pò di elettricità a metterci Sottosopra, ma Luca e Marisa (e la pioggia che, fantozziana, li accompagna dice qualcuno...) oggi non potevano essere dei nostri!
Alea iacta est! Ormai il dado è tratto e in breve colmeremo anche questa lacuna!
Bene! Compattato il Gruppo dirigiamo verso la valle della Drava, verso la nostra meta: la Wagenitzsee-hutte e i 3284 metri del Monte Petzeck, nel Parco Nazionale dei Tauri.
Saliamo i tornati di Passo Monte Croce Carnico sotto un cielo splendente e terso. Passiamo Oberdrauburg e svoltiamo verso Lienz. Ben presto alla nostra sinistra ci appaiono i gendarmi dolomitici delle Lienzer Dolomiten e presto imboccheremo la strada per il GrossGlockner.
Nei pressi di Iselsberg svoltiamo, dopo qualche perplessità di navigazione, in direzione della Lienzer Hutte: prima del parcheggio ci attendono una decina di chilometri di polveroso sterrato che ci porterà a Seichenbrunn, il parcheggio da dove parte la teleferica per il rifugio.
La valle è spettacolare e la splendida giornata aiuta a farla apprezzare ai nostri compagni di escursione che si guardano attorno estasiati, come noi d'altro canto. Quando ci eravamo venuti l'anno scorso la valle ci aveva accolto ammantata di nuvole basse e un pò di pioggerellina.


Soliti preparativi di rito e zaino in spalla: si è fatto mezzogiorno e cerchiamo un posticino dove mangiar qualcosina prima della salita al rifugio. Ci fermiamo poco prima del bosco e aproffittiamo della pausa per iniziare a conoscerci tra web-escursionisti.Fa strano parlare con chi fino a poche ore fa era una foto sul video o una chat su Skype, e i timori che che accompagnavano questo momento svaniscono sotto il sole dell'Austria Felix: la combriccola esplode in un fiume di parole, racconti e quant'altro, quasi non avessimo che quel quarto d'ora (Si! E' sempre lui! Il famoso quarto d'ora!!) per dirci tutto quel che c'è da dire.Il Presidente richiama all'ordine il suo capogita, e io diligente dò l'ordine: "zaino in spalla!!"
E cosi la truppa si snocciola lungo il sentiero che, appena uscito dal fitto del bosco ci introduce in un verde tappeto di rododendri, anteprima degli ancor più verdi pascoli più in alto. Saliamo senza fretta e fatica in un ambiente che risponde perfettamente alle parole bucolico e fantastico: wunderbar!
Con pendenze dolci arriviamo alla Unt.Seescharte che ci introduce alla meraviglia del Wangenitze-see! L'anno scorso, con il cielo nuvoloso il posto mi è sembrato bellissimo, con il sole è da sogno!
Ormai siamo arrivati alla meta! Il rifugio ci attende!

E l'accoglienza non è idilliaca, un pò colpa nostra per aver avvisato tardi che eravamo in meno, un pò per l'irruenza della valchiria aldilà del bancone, le cose prendono una piega spiacevole, ma si sà, tutto il mondo è paese! Con il tedesco di Marco e con un piccolo ritocco al conto le cose tornano a filare per bene. "Toccali nel portafogli e sono tutti uguali!" sentenzia Enzo.
Finalmente ci viene assegnata la camera e ci sistemiamo.
C'è giusto il tempo per quattro chiacchiere e una birra prima di cena (orario da ospedale: h 18.00 a tavola!) e Giovanna mi assale scuotendomi per la spalle: "Finalmente! E' Vero! Esiste l'Alpinauta!".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cayo ti sei dato alle soap opera a puntate? ah! ah! per aumentare l'odiens???
Me spiase par el Loi, ma te ga reson, lavorar fa male!!!

Anonimo ha detto...

Ma il Loi esiste? O è una leggenda metropolitana? Il cardinale è un fotomontaggio? Io non l'ho mai visto ... ahhahahaha ... Loi non venire a lavorare nella bassa, vola verso i monti !!!! Buon ghiaccio sulle botte.
Fruts mi sono divertita un sacco.
Ciao