Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 15 settembre 2019

Balo del Chiadin

"Vertical Chiadin".
Il cartello sulla strada avrebbe dovuto metterci in guardia.
Ne cogliamo il senso solo percorrendo il sentiero 168 che, inizialmente tranquillo, sale poi con andamento ripido e super ripido costante, facendoci avanzare sbuffando all'ombra del bosco. 






La deviazione per il Madonuto dal Cret di Navos ci offre la scusa per una breve pausa, gettando lo sguardo assieme alla Madonnina, sulle sottostanti case di Forni Avoltri. 






Ma la cima è lontana, così come i successivi cartelli che riportano il chilometraggio percorso, evidentemente posizionati per una gara podistica.  Per fortuna le fitte fronde ci riparano dal sole e ci danno quella apparente sensazione di frescura. 
Renato in fondo alla fila non parla: avanti con gli anni, non ama i percorsi ripidi! Mauro e Diana invece, avanzano imperterriti, lasciando me e Silvia a chiacchierare ansanti. Passo dopo passo, saliamo lentamente, passando accanto a due piccole baite immerse nel verde, proseguendo ancora lungo un traverso panoramico dove lo sguardo può spaziare sui lontani monti Ombladet, Volaia e Bordaglia. Il sole ora va e viene tra sbuffi di nuvolaglia che avvolgono le cime in un susseguirsi di chiaro scuri. 





Il sentiero si appiana leggermente solo in prossimità dell'insellatura del Giogo del Chiadin, dove lo sguardo si posa sul proseguo del nostro percorso e dove Renato decide di fermarsi. Il sentiero sale ancora, in traverso tra i mughi, per poi restringersi a cengia presso uno sperone, oltre il quale, dopo una breve discesa e risalita, giungiamo nell'ampio catino erboso che precede la ripida salita alla cima est del Chiadin, oggi completamente avvolta dalle nuvole. 



Ma la nostra attenzione è rivolta al cupolotto erboso con tanto di croce di vetta che spicca sul versante di Forni Avoltri: Mauro è già in vetta, seguito dalla "locomotiva" Diana e ci sprona a muoverci, prima che le nuvole che salgono dal fondovalle l'avvolgano del tutto. 





Con un'ultima ripida salita, anche io e Silvia raggiungiamo la vetta del Balo del Chiadin, tra sbuffi di nuvole e raggi di sole. Mille metri sotto di noi, le piccole case di Forni Avoltri appaiono e scompaiono tra le nuvole passeggere, mentre tutt'attorno è un ribollir di nuvole e panorami. 







Dopo la foto di vetta, le firme sul libro e i doverosi rintocchi alla piccola campana sulla croce, ci sediamo sulla stretta cresta erbosa, mangiando e scherzando, mentre oltre il prato una piccola figura avanza lentamente: incoraggiato dai nostri incitamenti, poco dopo anche Renato è assieme a noi, felice del suo lento traguardo!



Non rimane che salutare il Chiadin est da questo bel pulpito e ritornare a valle, "verticalmente" e velocemente in giù!

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