Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 19 settembre 2019

Verticalmente in su...sulla Farina del Diavolo

Una nuova ferrata in Carnia!
La voce sulla sua costruzione c'era giunta mesi fa: il posto si conosceva, ma dalla strada non si scorgeva nulla. Eppure là, dove la cascata Radime si getta giù dall'altopiano di Lauco solo nelle giornate piovose, le guide di In Mont lavoravano già da un po' alla famigerata "Farina del Diavolo".



L'inaugurazione dell' 8 settembre ha dato la partenza a un viavai di curiosi appassionati le cui foto han tappezzato letteralmente i social!
La curiosità di testare com'è, anche in previsione di percorrerla con il prossimo corso ferrate della nostra Scuola di Alpinismo, ci ha invogliati a salirla mercoledì scorso.
E così, dopo aver accompagnato Gabriele a scuola, partiamo alla volta di Villa Santina, cercando l'imbocco della stradina che porta al cimitero, dove si trova la partenza della Ferrata.
Dopo un paio di sbagli, finalmente l'azzecchiamo e, parcheggiata l'auto, seguiamo la direzione indicata dal cartello e i bolli rossi sugli alberi che ci guidano in una decina di minuti all'attacco della ferrata.




Una fila di ripide staffe sale la parete, dando subito il "benvenuto" a chi decide di percorrerla: seguono tratti dai nomi curiosi, come la "cengia della vipera" e il "traverso dei giardini".








La giornata che era prevista nuvolosa è invece bella, soleggiata e calda, tanto da farci sudare nonostante un leggero venticello che fa ondeggiare il famoso "ponte" e sventolare gioiose le bandierine tibetane attaccate al suo cavo.













E' solo più su, oltre le "scalette del muro giallo" che, attraverso una fessura nella roccia, abbandoneremo brevemente la luce per un po' di fresca ombra.











Un traverso in cengia e un' ultima ripida rampa ci porta al pulpito finale, dove la ferrata termina con un ultima piccola scala che ci deposita nel bosco.








Con un ultimo sguardo sui tetti di Villa Santina, iniziamo a seguire i bolli rossi tra gli alberi: un cartello indica Lauco a cinque minuti, ma oggi siamo in ispezione e di là curioseremo la prossima volta.




Incrociata la mulattiera che sale sull'altopiano, ne seguiamo un tratto, passando accanto a una bella ancona con Madonna.






Tagliando i tornanti giungiamo infine dietro i paramassi che proteggono le case di Villa Santina e da qui, con percorso in saliscendi, facciamo rientro al parcheggio del cimitero. 
Come ha scritto l'amico Omarut sul suo blog, una cosa così ci voleva proprio!
Vista l'ora di pranzo, non resta che andare in centro a gustarci un paio di ottimi piatti carnici e una sana birra per festeggiare questa nuova e interessante ferrata!       

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cortesemente un'informazione: dove avete parcheggiato la macchina?
Grazie

Nadia ha detto...

Ciao, noi l'abbiamo parcheggiata presso il cimitero di Villa Santina. Lì trovi le indicazioni per raggiungere l'attacco della ferrata.